venerdì

Consiglio di lettura e valutazione di "Casi umani" scritto da Selvaggia Lucarelli

"Casi Umani" di Selvaggia Lucarelli.

Valutazione 4,5 su 5

Colgo l'occasione per dire che il mondo è pieno di casi umani, bizzarri, ma soprattutto da evitare.😂 La mia valutazione è 4,5/5 in quanto il finale mi ha lasciata in sospeso troppo presto, a mio parere. Il libro "Casi Umani" di Selvaggia Lucarelli, edito da @rizzolilibri è scritto in prima persona, con una vena ironica propria dell'autrice che non sarà per nulla indifferente nel corso della narrazione. Posso rivelare che mi è piaciuto tantissimo, proprio perché si tratta di quel libro di sventure tratte da una storia vera che, per quanto drammatiche possano essere, vengono raccontate in maniera del tutto autoironica e sarcastica. Per questo motivo, è un testo molto fluido e scorrevole, all'interno del quale si palesa concretamente l'oblio dentro il quale la società odierna sta sprofondando. Pettegolezzi sui social, persone superficiali, ignoranti di turno che pensano di saperla lunga solo perché sono venerati da una platea non indifferente di gente che crede all'aspetto superficiale delle cose e delle persone. I casi umani aumentano di giorno in giorno, talvolta può sembrare deleterio conoscerne o addirittura incrociarne sul proprio cammino. Ma questo libro ci insegna che nessun male viene per nuocere, questi casi umani, col tempo, non diventeranno altro che una serie di esperienze grazie alle quali la nostra persona è giunta alla propria tranquillità e pace interiore, riuscendo ad infischiarsene dei giudizi altrui.

Buona lettura a chi ama l'autoironia, a chi è in balia di questi disperati casi umani, a chi ogni giorno pensa di non potercela fare. Buona lettura a chi ama rilassarsi leggendo un buon libro, dal carattere ironico, ma ricco di contenuti. Libro leggero in quanto molto vicino ai nostri tempi, è perfetto per chi ama rilassarsi e ritrovare un po' della propria vita quotidiana all'interno di un testo.

Trama:

Tutto parte da una domanda, che è quella che tutti ci siamo posti almeno una volta nella vita:  che cosa accade quando finisce un amore?

L’inizio di tutto è il disgraziato giorno in cui il mio fidanzato dell’epoca mi lasciò. Non ero preparata, non ritenevo contemplabile il fatto di poter essere mollata, l’ipotesi non mi era stata annunciata in alcun modo e, soprattutto, era profondamente ingiusto. Non si lascia una donna perché è gelosa anche della tua segretaria lesbica sessantaduenne, o perché ogni volta che devi partire per lavoro ti mette su il muso come se avesse scoperto un tuo passato di militanza in Casa Pound.

Certo ci sono la delusione, la tristezza, il dolore, la rabbia, la sete di rivalsa, sentimenti tutti umani e naturali.

Ma poi, la fase seguente è la presa di consapevolezza che la vita va avanti, che nessun è destinato a fare la Penelope della situazione, pronta a tessere fedelmente la sua tela in attesa del ritorno dell’Ulisse sbagliato; e da lì si cerca di ripartire, solo che spesso, nella foga di riappropriarsi dell’amore, di rivivere il brivido di una relazione, si finisce con lo scivolare inesorabilmente verso una serie di incontri al limite dell’assurdo e di relazioni-lampo, incontrando un’umanità “variopinta” – eufemismo – costellata di personaggi che non vorremmo nemmeno nei nostri peggiori incubi e a cui invece la disperazione del volere a tutti i costi un amore ci ha fatto aggrappare.

Sia chiaro, la Lucarelli non dipinge un ritratto di donne borderline, sull’orlo della famosa crisi di nervi, disposte a tutto pur di ritrovare l’amore, ma solo quei naturali sentimenti di speranza e fiducia nel genere umano che portano tutti noi alla ricerca del riscatto personale dopo la fine di una storia, facendoci sentire ben disposti verso persone a cui altrimenti non avremmo mai dato una chance.

Il problema è che, dopo, andando avanti con la frequentazione, si capisce benissimo perché questa chance non gliel’avremmo mai data… Ed è lì che capiamo di avere a che fare con i nostri casi umani.


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