sabato

Recensione "Nessuna notte è infinita" di Francesca Pansa edito Rizzoli

Nessuna notte è infinita...

Valutazione 5 stelle su 5

Editore: Rizzoli
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 5 novembre 2019
Pagine: 157 p.

"Nessuna notte è infinita" è più di un romanzo. Racconta il nostro passato, ogni dettaglio che ha formato la nostra generazione rendendola com'è adesso. Affonda le radici in un'epoca di profondi cambiamenti, tante storie diverse si intrecciano tra di loro per formare un racconto unico, che possiede il potere di farci guardare al passato con gli occhi di chi non smette mai di stupirsi. Tra queste pagine ho percepito quale sia la natura del sentimento che ci lega, con forza, alla nostra terra d'origine. Per quanto, al giorno d'oggi, siamo costretti da altre priorità a lasciarla, siamo consapevoli del fatto che resterà sempre dentro di noi e nessun posto potrà mai risultarci migliore, per quanto bello possa essere. 

Il romanzo, scritto da Francesca Pansa, è ambientato nella mia Calabria, precisamente a Castrovillari. Leggerlo equivale a compiere un tuffo nel passato in piena regola, riuscendo a scorgere le profonde differenze che ci separano dal secolo che ha preceduto il nostro quando, anche se tutto sembrava essere abbastanza caotico e in continua trasformazione, la famiglia e gli altri legami affettivi erano sempre al primo posto. Dispiace vedere che, rispetto al Novecento, la natura dei rapporti tra le persone sia profondamente mutata. 

La descrizione accurata degli ambienti e delle varie situazioni che popolano il romanzo ci fa capire come questo divario tenda costantemente ad allargarsi, provocando ferite sempre più profonde e insanabili. Ripercorrere il cammino di Soave attraverso la visione personale di sua figlia Francesca, ci consente di ampliare gli orizzonti in maniera esponenziale, facendoci penetrare negli accadimenti reali di quel periodo. Come afferma anche la trama del racconto, il libro è un tributo magnifico alla forza delle donne, il perno attorno al quale ogni evento ruota nel romanzo. 

Come è noto dagli studi che sono stati condotti, il ruolo della donna nella società del ventesimo secolo era molto marginale. Soltanto di recente si è giunti ad una concezione moderna di rivalutazione della figura femminile che, in passato, era relegata solamente al ruolo di "governante" della casa. Sappiamo benissimo che, se oggi il posto delle donne nel mondo è stato completamente rivalutato, è solo grazie al coraggio che esse hanno avuto di ribellarsi agli stereotipi che una società ottusa e maschilista andava attribuendo loro. Questo non bisogna mai dimenticarlo e il romanzo in questione ci aiuta a non farlo, a camminare con la testa alta portando nel cuore ogni donna che si è battuta e si batterà per il riconoscimento della propria indipendenza.

Come avrete potuto intuire, questo libro è molto più che un semplice romanzo, tenderei a definirlo un piccolo grande saggio piuttosto, un elogio ai tempi che furono e un meraviglioso tributo alla donna. Tra queste pagine ho percepito un richiamo costante alla classicità, ai romanzi di Pavese, di Calvino, ma soprattutto un richiamo alla biografia di tante donne che, in qualsiasi ambito, hanno fatto valere la propria opinione.

L'italianità è un fattore che non abbandona mai il racconto: aver vissuto le ondate migratorie verso i Paesi esteri, il cosiddetto "armarsi e partire" che testimonia la sempre più crescente forza di volontà che si è fatta strada nell'animo di chiunque partisse alla ricerca di una vita migliore, alla realizzazione del cosiddetto sogno americano. Rimane sempre un piacere poter leggere spezzoni che hanno fatto la nostra storia, soprattutto quando sono messi nero su bianco da una penna abile, a tratti anche tagliente e sorprendentemente vera. Un tipo di narrativa che non delude mai, se siete alla ricerca di un romanzo che si possa ricondurre al passato della nostra esistenza, questo è il libro giusto. Il titolo fa molto riflettere, 

"Nessuna notte è infinita" a me è arrivato come una sorta di augurio, di certezza che piano piano si farà largo nella realtà: prima o poi il buio della notte smetterà di avvolgere coloro i quali hanno vissuto combattendo, anche loro verranno sorpresi dalla bellezza della luce del sole che restituirà speranza, dignità e umanità, mettendo fine alle atrocità del passato. Per tutti questi motivi, la mia valutazione è di 5 stelle su 5, la casa editrice Rizzoli non smette mai di stupirmi, quando pubblica anche romanzi brevi ma intensi, vince tutto, come avviene in questo caso. Ve ne consiglio la lettura se amate follemente l'Italia, l'accoglienza del popolo che la abita; ve lo consiglio se avete voglia di leggere una storia di riscatto sociale e culturale, di ambizioni e sogni infranti. Per concludere, sappiate solo che troverete sicuramente una piccola parte della storia della vostra famiglia in questo turbinio di eventi narrati nel romanzo. E questo, fidatevi, non potrà farvi altro che piacere poiché capirete come le storie di tutte le persone si intreccino e abbiano molti tratti in comune.

Trama:


Il ritratto di una madre coraggiosa. Una storia esemplare che racconta quella di ogni famiglia e del nostro Paese.

«Figlia di principe, intorno a te irradi amore. Meravigliose sono le tue carezze, quando parli è dolcezza di miele.»
Un viaggio nella memoria familiare, un percorso a ritroso nel tempo, intriso di suggestioni letterarie. Il cuore di questa storia è Soave, di cui Francesca, la figlia, segue le tracce: Nessuna notte è infinita è il racconto di una famiglia, la sua, che si snoda lungo tutto il Novecento, in un Paese segnato da profondi cambiamenti, sullo sfondo delle vite quotidiane dei protagonisti di questo intimo omaggio alle proprie radici. Il cammino della famiglia inizia a Castrovillari, Calabria, e ha come destinazione Roma, alla scoperta di quel che c’è stato prima, in un tempo dai contorni sfumati, ormai perduto eppure sempre vivo nei ricordi: un pomeriggio assolato in un paese del Meridione, un austero collegio di suore, una maestra montessoriana che va in giro in calesse per far lezione ai bambini nei campi, le “pericolose” letture politiche di un giovane professore, un fotografo in erba che parte per l’America con una valigia piena di sogni. Un romanzo d’amore e di lotta, intenso come le esistenze che racconta, accompagnato dalle malinconiche note di un pianoforte che suona in sottofondo. Una storia che è prima di tutto un tributo alle donne antiche e moderne, donne che hanno tanto lottato, pianto, sofferto, amato. Soprattutto amato.

giovedì

Recensione "La bambina che annusava i libri" di Manuela Chiarottino



La bambina che annusava i libri...

Valutazione 5 stelle su 5

  • Copertina flessibile: 262 pagine
  • Editore: Independently published (8 luglio 2019)
  • Lingua: Italiano

"La bambina che annusava i libri" è un romanzo scritto da Manuela Chiarottino. Si tratta di una bellissima storia dove abbiamo come protagonista indiscusso l'oggetto imprescindibile per noi lettori: il libro. Dalla trama, capirete subito che il racconto è molto coinvolgente, nonostante la trama rimanga misteriosa. Un enigma libresco da risolvere vi terrà incollati alle pagine come mai prima d'ora. La scrittura è rapida, senza fermate o cambi direzionali improvvisi. 

Trovo che sia un romanzo da assaporare e sul quale fermarsi a rileggere più volte i vari passaggi, proprio perché oltre a dover incastrare le tessere di un puzzle per venire a capo del mistero che si va sempre più ad infittire, ritengo che ogni lettore, di qualsiasi genere, possa trovarlo scorrevole, dinamico e soprattutto interessante. Leggerlo è come trovarsi immobili nella propria comfort-zone, senza spostarsi di un centimetro. Le descrizioni sono affascinanti, rendono perfettamente l'idea dell'ambientazione e della ricerca che conduce Stella, la protagonista. In effetti, Stella si fa carico di una missione profonda, che le sta davvero a cuore. Nella sua famiglia accade in maniera del tutto spontanea il doversi tramandare l'amore e la passione per i libri. Infatti, Stella discende da una famiglia di antichi stampatori, è l'ereditiera di un universo costellato di pagine e pagine rilegate, scaffali colmi di libri e tanta, tanta passione e dedizione per il proprio mestiere. 

Il mistero che la spinge a intraprendere un lungo viaggio nell'ignoto affonda le proprie radici in motivazioni strettamente familiari: il bene sconfinato che Stella prova nei confronti del nonno la spinge ad andare alla ricerca di quei volumi preziosi. D'altronde, il fatto che suo nonno abbia scelto proprio lei, non è del tutto casuale: è sua nipote, un'amante dei libri che farebbe di tutto per custodirli e proteggerli, evitando che finiscano in mani sbagliate. Perciò, Stella sente gravare sulle sue spalle il peso di un'enorme responsabilità. Nonostante ciò, intraprende con forza e coraggio il suo viaggio, che è un po' anche quello che noi lettori vorremmo sperimentare almeno una volta nella vita. Come può, un romanzo simile, non essere apprezzato? A mio parere, possiede tutte le qualità adatte a far innamorare perdutamente un lettore accanito della peggior specie. Ispirato dallo stesso principio di ricerca e di scoperta di libri preziosi del passato, parecchio tempo fa ho letto un libro che richiamava gli stessi principi, al momento non ricordo il suo titolo, però ha molti punti in comune con questa mia nuova lettura. Resta il fatto che "La bambina che annusava i libri" è un romanzo rilassante, terapeutico e soprattutto originale. Non è troppo statico nonostante le situazioni, in alcune circostanze lo richiedano, però è coinvolgente e intrigante al punto giusto.

Per questo motivo, la mia valutazione finale è di 5 stelle su 5 e consiglio a tutti voi appassionati del mondo della lettura e della scrittura, dei libri antichi, delle biblioteche e di tutto ciò che ha a che fare con i libri, di leggerlo e di dargli un'opportunità, certa del fatto che non potrà mai risultarvi deludente. Ne consiglio la lettura anche a chi vuole approcciarsi a questo mondo, a chi vuole saperne di più sul piacere di leggere e intraprendere viaggi meravigliosi. Trovo sia il libro ideale sia per un lettore abitudinario che per uno che è alle prime armi e si trova indeciso su cosa scegliere e per cosa sia meglio optare. 

Trama:

Per Stella, cresciuta in una famiglia di antichi stampatori, i libri sono come degli amici. Non solo ama leggerli, ma li conosce profondamente, riuscendo a distinguerli dall’odore e dalla grana delle pagine, capacità fondamentali per lavorare, insieme al padre, nella libreria di famiglia. La vita tranquilla di Stella subisce un brusco cambiamento quando la ragazza riceve in eredità dal nonno un libro molto antico e una strana lettera. In essa si parla di una collezione di volumi preziosi, nascosti in un luogo segreto. Sta a lei risolvere l’enigma del nonno e ritrovarli.In una ricerca convulsa tra i paesi della Toscana, in compagnia di un affascinante e ambiguo restauratore, Stella si addentrerà nei misteri della sua famiglia e del suo cuore, imparando a lasciarsi andare ai sentimenti, pagina dopo pagina.

Recensione "La piccola farmacia letteraria" di Elena Molini

La piccola farmacia letteraria...

Valutazione 5 stelle su 5

Editore: Mondadori
Collana: Novel
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 14 gennaio 2020
Pagine: 276 p.

Dal 14 Gennaio 2020 è disponibile in tutte le librerie una storia che ha fatto il giro del mondo. "La piccola farmacia letteraria" è un libro scritto da Elena Molini, ispirato dal suo sogno che è diventato realtà. Nel cuore di Firenze, di recente, è nata una piccola farmacia letteraria, proprio uguale a quella della quale si parla nel libro. Curarsi con i libri è da sempre il sogno di moltissimi lettori, ma ciò è davvero possibile? Se quest'idea ha dato forma ad un progetto così ben costruito, direi proprio di sì. La passione e l'amore verso i libri possono tutto, questo racconto ce lo dimostra ampiamente. 

La protagonista della storia è Blu Rocchini, una ragazza che prova in ogni modo a farsi largo all'interno del mondo dei libri, ma non tutto va come dovrebbe. Così, anziché crogiolarsi nelle sconfitte, Blu persegue il suo sogno e da vita ad una vera e propria farmacia letteraria dove associa ad ogni stato d'animo un possibile rimedio libresco. Nell'iniziare questa recensione, ho accennato al fatto che questo progetto è il coronamento di un sogno. Ebbene, è proprio così. Nel leggere il racconto capirete, ben presto, che molte analogie riconducono la storia di Blu Rocchini a quella della scrittrice del romanzo, Elena Molini, che è la vera proprietaria di una farmacia letteraria a Firenze. 

La lettura è stata molto piacevole, è uno di quei romanzi che non si oppone, non si riscontrano particolari difficoltà nel proseguire, il che dimostra che la struttura del romanzo si presenta scorrevole e ben articolata. Ho adorato ogni singola descrizione, è stupendo potersi addentrare nei meandri di un progetto che prende forma, di un sogno che si avvera. Ciò che più colpisce è la forte consapevolezza (avvertita nel corso della lettura) che, nella realtà, questo sogno si è già realizzato e che la scrittura di questo libro rappresenta proprio un mezzo tramite il quale credere nelle proprie idee, farsi coraggio e proseguire nel cammino che si è intrapreso, senza mai mollare la presa o demordere. L'insegnamento che traspare da queste pagine è un chiaro invito a spronare chiunque si senta abbattuto, chi si convince, giorno dopo giorno, del fatto che non valga la pena combattere per ciò in cui si crede. La rassegnazione è la principale antagonista di noi stessi e, soprattutto, del romanzo in questione. Alcuni sogni valgono la pena di essere realizzati e vissuti, specialmente quando, come in questo caso, quello che conta davvero vale molto di più di qualsiasi altra cosa. 

Morale della favola: bisogna armarsi di pazienza, tenacia e soprattutto di tanta voglia di farcela. Blu lo sa bene e, anche in campo amoroso, cerca di porre rimedio al treno che ha perso, o meglio, che pensa di aver perso. Tutto l'insieme fa riflettere il lettore su quanto la vita riesca ad essere una grandiosa e gigantesca metafora. La soluzione è sempre in fondo alle cose, all'unicità (in effetti, è proprio questo piccolo ma non trascurabile particolare che è il mezzo tramite il quale tutto prende forma nel romanzo) e al saper trarre delle conclusioni senza abbattersi. I rifiuti, i "no" che vengono costantemente spiattellati in faccia a qualsiasi persona che popola il globo terrestre, non sono altro che un modo per alzare l'asticella delle proprie aspettative per ripartire più consapevoli al fine di non cadere nuovamente vittima degli stessi inganni che, in noi, finora, hanno trovato terreno fertile. 

L'essenza del romanzo, che ho avuto il privilegio di divorare in pochissimo tempo, è riassunta in tutto questo mio pensiero che ho potuto dedurre appassionandomi alle avventure di Blu. Mettermi nei suoi panni non è stato difficile, penso possa venire facile a molti giovani di oggi. Questo libro è l'ideale per chi cerca un modo per andare avanti nonostante le difficoltà, fornisce tantissime motivazioni più che valide che spronerebbero chiunque. L'idea della farmacia letteraria, dunque, non sta solo nel titolo o nell'attività di Elena Molini, ma anche e soprattutto in questo romanzo che ha voluto regalare a noi lettori. Infatti, a mio parere, il romanzo "La piccola farmacia letteraria" è già in sé un rimedio; è la chiave tramite la quale si accede direttamente alla forza delle proprie idee. Per questo motivo, la mia valutazione è di 5 stelle su 5, lo consiglio a qualsiasi tipo di lettore, è il genere di libro che non annoia, non è prolisso e non possiede alcuna pretesa. Lo adorerete e finirà per ritagliarsi un piccolo grande posticino tra i vostri libri del cuore, da leggere almeno una volta nella vita. 

Trama:



C'è una libraia, in città, che dispensa rimedi letterari per ogni stato d'animo. Si chiama Blu e questa è la sua storia.
A volte il treno dei sogni passa prima che tu riesca a raggiungere la stazione. Allora hai due possibilità: guardarlo andare via per sempre, oppure percorrere quel binario a piedi e continuare a rincorrere i tuoi desideri. E così decide di fare Blu Rocchini – sì, proprio Blu, come il colore –, che vive a Firenze insieme ad altre tre ragazze, tutte più o meno trentenni, tutte più o meno alle prese con una vita sentimentale complicata. Blu ha un sogno: lavorare nel mondo dei libri. Ci ha provato con una breve esperienza in una casa editrice specializzata e, ancora, in una grossa catena di librerie. Poi la decisione: aprire una libreria tutta sua. Ma la vita è difficile per una piccola libreria indipendente… finché Blu ha un'intuizione: trasformare i libri in "farmaci", con tanto di indicazioni terapeutiche e posologia, per curare l'anima delle persone. Nasce così la Piccola Farmacia Letteraria, che si rivela subito un grandissimo successo. Peccato che ora Blu abbia altro per la testa: come fare a ritrovare il meraviglioso ragazzo che sembra uscito dalle pagine del Grande Gatsby e con cui ha trascorso una serata indimenticabile, ma al quale non ha chiesto il numero di telefono? In una divertentissima commedia dal finale sorprendente, Blu scoprirà che i sogni, a volte, sono molto più vicini di quanto si possa immaginare. Basta saperli riconoscere.

lunedì

Recensione "Venere Ericina" di Concetta Amato


Venere Ericina...

Valutazione 5 stelle su 5

Anno edizione: 2018
In commercio dal: 4 giugno 2018
Pagine: 198 p.


"Venere Ericina" è un romanzo scritto da Concetta Amato edito Gruppo Albatros il Filo. Si tratta di una lettura perfetta per gli adolescenti, aiuta a comprendere tante dinamiche che costellano il mondo dei ragazzi. Nonostante la vita adolescenziale possa apparire un qualcosa di semplice a molti, in realtà ha anch'essa i propri piccoli problemi che devono essere risolti. Abbiamo due giovani protagoniste che ci accompagneranno durante questo fantastico viaggio alla scoperta del loro mondo; i loro nomi sono Annachiara ed Elena. Entrambe, sono cittadine di Erice, un delizioso borgo siciliano. Inizialmente, viene presentata e descritta la loro quotidianità, le piccolezze che arricchiscono le loro giornate, che solo apparentemente sembrano monotone. Mi è piaciuta molto la simbiosi che, leggendo, ho riscontrato tra due universi paralleli; in effetti, potremmo suddividere il romanzo in due parti: la prima, in cui, come vi avevo accennato, viene presentato il magnifico luogo dove ogni evento si svolge e le protagoniste, due caratteri ben definiti e in completa sintonia; la seconda, nella quale inizia ad emergere un distacco evidente con il metodo narrativo che, finora, l'autrice ha adottato. 

Come se ci fosse una completa inversione di rotta, al momento meno opportuno e quando meno ce lo si aspetta, inizia a venir fuori una realtà occulta, un mistero che non credevamo potesse far parte di una situazione così lineare e stabile come quella presentata all'inizio. All'improvviso scoppia un vero e proprio caso, un mistero da risolvere che inizia a far sospettare il lettore di tutto e di tutti; molte certezze crollano, piano piano ci si fa strada all'interno di un giallo decisamente accattivante. Come dicevo, ho amato questo parallelismo, questo improvviso cambio di situazione che, tuttavia, non destabilizza il lettore, ma lo invoglia a proseguire nella lettura proprio perché è accaduto un qualcosa di inaspettato, in grado di stravolgere gli animi e le coscienze.

La scrittura è lineare, le descrizioni sono precise e arricchiscono il discorso ampliandolo con l'inserimento di altri concetti. I dialoghi scolpiscono i concetti nella mente, fanno ipotizzare un qualcosa del quale non si avrà conferma se non alla fine. Un bel libro, l'ho letto davvero con piacere. Si tratta di una lettura tranquilla ma inquietante al punto giusto. Per questo motivo, trovo che sia un libro perfetto da leggere quando si ha l'intenzione di volersi approcciare al mondo del giallo: è molto intuitivo, fornisce tanti spunti interessanti per vagare con la mente ed è ambientato nel cuore della Sicilia. Il tutto rende la cosa ancora più interessante: questo mistero sarà radicato nelle cose che circondano chi vive questa terra? Cosa potrà mai turbare la mente di un'adolescente in maniera così assidua? 

Queste tinte noir non creano alcun tipo di dispiacere, bensì sono addirittura piacevoli. Personalmente, anche se ancora non ho ultimato la lettura del libro della Ferrante per poterlo asserire con certezza, penso che sia molto simile alla storia de "L'amica geniale", inizialmente ci sono dei punti di convergenza che farebbero pensare ad una storia con dei dettagli comuni, l'amicizia tra le due ragazze, ad esempio, il loro essere unite senza invidiare niente a nessuno. Per questo motivo, la scelta di optare per qualcosa di stravolgente durante un racconto che sembrava lineare e costante, si è rivelata piacevole e sorprendente. 

Per queste motivazioni, ho deciso di dare una valutazione di 5 stelle su 5 a "Venere Ericina", per quel forte senso di familiarità che imprime nella mente di chi lo legge, per avermi fatta sentire a casa tra i vicoli del borgo di Erice, che non vedo l'ora di poter visitare, dopo questa lettura; per la suspance che mi ha tenuta incollata alle pagine fino all'ultimo, facendomi proseguire imperterrita in questa avventura. Consigliatissimo e adatto a qualsiasi fascia d'età, a partire dall'adolescenza. Al contempo, penso sia interessante poter esplorare una cittadina tramite un libro ben scritto, dove le descrizioni non fanno solo da contorno ma animano ogni situazione.

Trama:

Annachiara ed Elena vivono entrambe ad Erice, una piccola cittadina siciliana situata su un monte. Cresciute insieme fin dalla tenera età, sono divenute nel tempo amiche per la pelle. Annachiara viene soprannominata "Venere Ericina" per la sua straordinaria bellezza, ma al contrario di molte compagne di classe, Elena non ne è gelosa. Inseparabili trascorrono le giornate a scuola e sempre insieme passano gran parte del tempo libero, confessandosi segreti adolescenziali che nessun altro deve sapere. 

Come quello dell'amore liceale scoppiato improvvisamente tra Annachiara Castelli e Daniel Woodrow. La ragazza parla all'amica di tutti i suoi timori, della paura di essere ingannata, delusa. E poi c'è un altro particolare che la turba profondamente, un sogno o meglio un incubo che continua a tormentarla. "Venere Ericina" è una storia di amore e di amicizia che all'improvviso si colora di giallo per un episodio che sconvolge le vite della comunità di Erice, avvolta da un'atmosfera magica e senza tempo.






sabato

Recensione "Lettera alla sposa" di Licia Allara



Lettera alla sposa...

Valutazione 5 stelle su 5

Editore: Europa Edizioni
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 1 aprile 2019
Pagine: 115 p.

"Lettera alla sposa" della scrittrice Licia Allara è un romanzo edito Europa Edizioni. Tutti voi crederanno, guardando la copertina, che si tratta di una storia smielata, di un romance qualsiasi. Posso invece affermare che, contrariamente a quanto potrete pensare giudicando le apparenze, "Lettera alla sposa" saprà sorprendervi. Come anticipavo, non si tratta di un racconto come un altro, anzi! Questo romanzo è esattamente l'opposto di ciò che immaginate e indaga l'aspetto intrinseco e puro dei vari modi di essere (perché ogni personaggio della storia incarna un modo di essere differente) e di apparire agli altri. La scrittrice, all'interno del romanzo, analizza profondamente i suoi personaggi e mette in risalto la visione della sposa su ciò che la circonda. Il discorso è lineare ma allo stesso tempo spezzato, i meccanismi psicologici che si nascondono dietro una trama che lascia tantissimo spazio all'immaginazione sono i più variegati che si possano immaginare. Un tema ricorrente in queste pagine è, ad esempio, la paura di manifestarsi per come si è. Al giorno d'oggi accade sempre più frequentemente che si preferisca presentare all'altro una parte di noi che non esiste e che non esisterà mai, proprio per via della paura di risultare poco interessanti, banali o addirittura insignificanti. L'invito meraviglioso, che ho percepito fosse presente nel romanzo, è quello di andare incontro a noi stessi, di non lasciarci affliggere dalla paura di quello che potrebbe accadere, bensì è necessario assumersi il rischio delle proprie azioni. Male che vada non si avrà alcun rimorso. Bisogna osare essere sé stessi in qualsiasi circostanza, indossare un abito che ci rappresenti davvero e non un vestito che sia il mero frutto delle aspettative che gli altri ripongono in noi. Anche il peso delle aspettative schiaccia noi esseri umani, a volte, ma bisogna sempre essere più forti di qualsiasi aspettativa e di qualunque paura. 

Ho adorato questo messaggio celato nel romanzo. Non capita spesso di leggere delle storie che contengano una mole di spunti interessanti come accade in "Lettera alla sposa". Oltretutto, non vorrei anticipare nulla, ma penso che il finale del libro sia qualcosa di sorprendente e spiazzante al tempo stesso. In effetti, io stessa ho impiegato del tempo per riflettere sul perché di quella scelta fuori da ogni schema, apparentemente astrusa e in leggero contrasto con gli eventi raccontati. La risposta che sono riuscita a darmi a tutto questo è che il senso vero della vita intera sta proprio in ciò che non si conosce, nell'ignoto, nell'inaspettato. Ed è proprio così che la scrittrice ci catapulta in un tempo fuori dal tempo, in un luogo fuori dal luogo, per farci capire che le situazioni cambiano, le persone anche e che l'unica cosa che conta è rimanere fedeli a sé stessi sempre e comunque, qualsiasi cosa accada. Un matrimonio è una circostanza tramite la quale si accede ad un mondo che fino a quel momento ci è precluso: la vita che ci attende equivale ad un salto deciso nel vuoto, non si sa mai come potrà andare a finire. Nel senso opposto, invece, potrebbe essere interpretato come qualcosa che finisce: la certezza, la monotonia e il senso di immobilità. Tutto ciò ci fa comprendere come si voglia dare, tramite questo evento, uno scossone decisivo alla propria vita. Per farlo, però, bisogna assumersi oneri e onori. Ma soprattutto oneri. L'interiorità e l'aspetto psichico di ognuno dei personaggi, compresi sposo e sposa, verranno analizzate con precisione e nei minimi dettagli. Una piacevole sensazione di maggiore consapevolezza vi accompagnerà nel corso della lettura. La troverete estremamente terapeutica, necessaria e soprattutto utile affinché possiate ripartire con le pile cariche per prendere in mano tutto quello che desiderate.

Trovo che il romanzo sia una stupenda sintesi di quella che si dice una "botta di vita". Tuttavia, il discorso narrativo che accompagna le nostre letture, l'ho trovato molto simile alla filosofia di vita di Mr. Oscar Wilde, un autore che, di sicuro, non vi sarà mai sfuggito. L'invito è quello a vivere la vita per come si presenta, gioire dei momenti che ci regala, cercando di fare il nostro meglio per poter intendere la vita come una magnifica opera d'arte. Chi meglio di Wilde avrebbe potuto darci lezioni su questo? Vi consiglio la lettura di questo romanzo nel momento in cui abbiate la necessità di trovare voi stessi, per cui lo consiglio anche e soprattutto a chi si è perso, a chi è in cammino e ha bisogno di essere incoraggiato e spronato. In questo racconto troverete tutto quello che vi serve per sentirvi compresi e appoggiati in qualsiasi circostanza vi troviate. La mia valutazione è di 5 stelle su 5, ho trovato la narrazione scorrevole e dinamica nella sua immutabile staticità, sono riuscita a viaggiare con la mente tenendo presenti mille supposizioni, mille possibili risvolti per poi scoprire che tutto finisce in maniera unica e impensabile.

Trama:

Un matrimonio. Questa storia inizia con la grande attesa per il matrimonio dell'anno in un luogo incantato. Chi sono la sposa e lo sposo? Chi c'è davvero dietro alcuni dei volti che incontrerete alla cerimonia? Quali segreti, quali improbabili intrecci di vite? Il matrimonio: punto di arrivo, punto di partenza per una nuova vita? L'autrice vi condurrà al finale inaspettato attraverso una galleria di personaggi indimenticabili: alla fine vi sembrerà di conoscerli da sempre, benché non abbiano un nome; personaggi e luoghi senza nome perché c'è un senso più profondo e universale, c'è qualcosa che va oltre, tra le righe, e Licia Allara ha dimostrato un'abilità straordinaria nell'accompagnare il lettore ben al di là delle pagine del libro. "Questa storia racconta di piccoli e grandi segni, di piccole e grandi occasioni, colte e perdute", e al termine della lettura una domanda potrebbe assediarvi. Se lo farà, non ve ne libererete più. Quand'è che la vostra vita si è fermata? E come è ripartita?

mercoledì

Recensione "Il ghiaccio nel cuore" di Livy Former

Il ghiaccio nel cuore...

Valutazione 4,5 stelle su 5 

Editore: Eretica
Anno edizione: 2018
In commercio dal: 22 novembre 2018
Pagine: 174 p.

"Il ghiaccio nel cuore" è un libro scritto da Livy Former ed è edito Eretica edizioni. Si tratta di un romanzo piccolo nelle dimensioni, ma forte nei contenuti. È una storia poco raccomandabile ai deboli di cuore, eppure ve ne consiglio la lettura proprio per questo: perché è una storia fredda, struggente, capace di entrare nelle ossa e di far comprendere al lettore quanto, a volte, sia duro vivere. Segreti che emergono dal passato e inhombrano il presente, eventi sommersi nella memoria, azioni delle quali non si vuole più proferir parola, sono degli elementi costantemente presenti nel romanzo.


Leggendolo, ho capito che per quanto possa rivelarsi crudele e spiacevole in alcuni dettagli, mi è stato incredibilmente necessario. Prima di ogni cosa perché ci aiuta a capire il silenzio, le cose non dette e quanto sia spaventosa la mente umana. Cosa accade nella nostra mente quando vogliamo rimuovere qualcosa, far finta che non sia mai accaduto? Semplice. L'alternativa migliore è far finta che non sia mai successo, andando avanti sempre e comunque, la seconda alternativa è covare dentro noi un pensiero fisso, che ci tormenta e ci frantuma l'animo giorno dopo giorno, mostrando esternamente soltanto una piccola parte di quell'immenso cedimento emotivo e spirituale.

Il tutto, in questo racconto, si ripercuote sulla nostra giovane protagonista, Nora, che, incuriosita e spinta dalla voglia di indagare e saperne di più sul passato, decide di compiere questo viaggio all'indietro, nei meandri del cuore e della mente dove ogni cosa è stata sepolta per sempre. Il coraggio e l'intraprendenza di Nora sono volti, soprattutto, al fine di capire cos'è accaduto in modo da migliorare il presente, la condizione attuale che vive la sua famiglia. Ho trovato gli argomenti trattati nel romanzo molto interessanti e originali, hanno uno scopo ben preciso, quello di fare breccia nelle parti più intime del nostro essere, spingendoci a riflettere, a conoscere e a indagare su ciò che ci sembra poco chiaro. Nora è una di noi, noi possiamo benissimo rivederci in lei, pensare di agire come lei ha fatto, anche a costo di disseppellire i tanto decantati scheletri nell'armadio, con la consapevolezza che occultando ciò che siamo e ciò che è stato, non potremo mai crescere e comprendere a pieno noi stessi.

La scrittura è molto fluida, le descrizioni sono particolari e precise, dettagliate, pur non ostruendo in alcun modo il discorso narrativo che procede liscio e imperturbabile. In alcuni punti ho riscontrato qualche ripetizione, ma tutto sommato è stato piacevole poter leggere un qualcosa di diverso e inusuale, per cui, indipendentemente da come si presenta la forma in cui questo contenuto è espresso, conferisco al libro una valutazione finale di 4,5 stelle su 5, soprattutto in virtù della bellezza e dell'accuratezza delle tematiche affrontate. Consiglio di leggerlo a chi cerca dentro di sè e non trova ciò che vorrebbe, a chi pensa di essersi lasciato qualcosa alle spalle ma, in realtà, convive tutt'ora con il pensiero incatenato a ciò che e stato. 

Trama:

"- Mia mamma dice che non somigli per niente a tuo fratello - se ne era uscita fuori Maristella Mura durante un intervallo, lo sguardo acuto degli occhi dorati e molto vicini fissi su di lei, le mani intorno alla corda dell'altalena che aspettava di occupare. Una giornata di maggio di cieli tersi di smalto blu, col maestrale che diffondeva il profumo del cisto selvatico e del biancospino, sollevava gonne e scompigliava i capelli. - Io non ho fratelli - rispose stupita." Decisa a indagare sulla prematura morte del fratello, avvenuta più di vent' anni prima, Nora scoprirà la storia di sua madre e il segreto che ha distrutto la sua famiglia.

sabato

Recensione "La stagione dei sogni incrociati" di Flaminia Nucci

La stagione dei sogni incrociati...

Valutazione 5 stelle su 5

Editore: Robin
Collana: Robin&sons
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 21 giugno 2019
Pagine: 241 p.

Salve a tutti, lettori. Oggi voglio parlarvi di una storia che ingloba un insieme di avventure, di stati d'animo e di personalità tutte diverse, ma tutte uniche e speciali, ognuna a modo loro. La diversità è una ricchezza che dobbiamo tutelare e, affrontare un percorso come quello proposto in questo libro, ce lo fa capire e apprezzare molto più di quanto potremmo arrivare a credere. "La stagione dei sogni incrociati" è un romanzo di Flaminia Nucci, suddiviso in 29 capitoli di pura meraviglia. Ogni personaggio ha la propria storia da raccontare e, attraverso essa, riusciremo a scorgere la parte più autentica di ciascuna personalità. È un viaggio a metà tra l'empirico e l'immanente, non verrà messa in risalto soltanto l'esteriorità di ciascun protagonista, bensì i personaggi ci faranno vedere una doppia versione di loro: il pensiero e le azioni. Il discorso si fa interessante quando arriviamo a capire come avviene l'interazione tra questi due lati opposti, come la psicologia complessa di una persona arriva a tramutarsi in qualcosa di puramente concreto.

Non mancheranno i riferimenti letterari: ogni personaggio ricorda un luogo della nostra amata terra, l'Italia. La Sicilia, in maniera particolare, ci viene presentata riportando riferimenti verghiani. Attitudini diverse, sogni e intrighi arriveranno a definire un quadro ben preciso, dove ogni storia nasce con uno scopo definito, ogni evento si intreccia magicamente con uno schema precostituito del quale il lettore è ignaro. In effetti, ciò che accade sembra essere del tutto casuale, le relazioni, i sentimenti e le vicende trascinano e immergono il lettore nella realtà onirica e immanente che gli viene presentata, senza permettergli di fare alcun tipo di constatazione a priori. È un viaggio nell'ignoto che incoraggia a proseguire la lettura, in quanto ogni dettaglio che viene svelato invoglia ancora di più a proseguire l'avventura. 

Tra tutti gli otto personaggi, quello che mi ha incuriosita di più è stato Jorge, un violinista, proprio per un'affermazione che ha riportato nel capitolo a lui dedicato:

Grazie alla musica riusciva a percepire le connessioni tra tutti gli esseri viventi, a sentire che l’intero universo è tenuto insieme da un’invisibile rete di energia, sottile come un filo di seta, ma forte come l’acciaio》

Questa citazione coincide perfettamente col mio modo di vivere la musica e di suonare il mio strumento, il pianoforte. Ho riportato l'esempio di Jorge per farvi capire che ognuno di noi può trovare una piccola parte di sè all'interno del romanzo. Questa caratteristica è incredibilmente sorprendente quanto meravigliosa, è raro potersi ritrovare in un dettaglio che caratterizza qualcuno, ma "La stagione dei sogni incrociati" ci concede il lusso di andare oltre ogni tipo di pregiudizio, facendoci scoprire quanto è bello conoscere e conoscersi attraverso l'altro. Lettura consigliatissima, la mia valutazione è di 5 stelle su 5 per via della magia che ho riscontrato tra queste pagine, per la presenza espressiva dell'essenza e dell'interiorità di ciascun essere umano.

Trama:

Otto personaggi, quattro uomini e quattro donne, che non si conoscono tra loro e che abitano o viaggiano in Paesi diversi, vivono contemporaneamente una crisi esistenziale. Misteriosamente, a seguito di episodi casuali e apparentemente poco significativi, ognuno di loro entrerà in contatto con l'inconscio di uno degli altri: ne scaturiranno così esperienze psichiche straordinarie e sogni potentemente trasformativi, in grado di risolvere i malesseri di partenza.