Non prima che siano impiccati...
Valutazione 4,5 stelle su 5
Traduttore: Benedetta Tavani
Curatore: Edoardo Rialti
Editore: Mondadori
Collana: Oscar fantastica
Anno edizione: 2019
Formato: Tascabile
In commercio dal: 19 novembre 2019
Pagine: 1152 p.
Salve a tutti, lettori! Aspettavo da un bel po' questo momento. È giunta l'ora di parlarvi del secondo romanzo che compone la trilogia di Joe Abercrombie. Si tratta di "Non prima che siano impiccati". Vi avevo parlato in maniera molto positiva del primo romanzo che, nonostante la poca dinamicità, aveva sin da subito attirato la mia attenzione a causa della sua impostazione. Vi avevo ampiamente parlato della struttura imponente di quest'opera, non al fine di intimorirvi, bensì al fine di farvi riflettere sul fatto che si tratta di una lettura da non iniziare a cuor leggero.
Ribadisco: non è il solito fantasy che può piacere o meno, ma si tratta di un qualcosa di più meccanico e strutturato che, con la sua evoluzione, ci fa comprendere come nulla possa essere lasciato al caso. Niente è scontato, ogni piccolo dettaglio esiste per essere ritrovato in seguito; apparentemente vi sembrerà che le descrizioni dei particolari siano abbastanza inutili, accessorie e che si sarebbero potute evitare. Iniziando a leggere "Non prima che siano impiccati", vi renderete conto che, effettivamente, tutta quella (chiamiamola così) "descrizione preliminare" abbastanza ampia sia servita da prequel a tutta la situazione che prenderà una piega diversa proprio in questo secondo volume.
Come potrete notare, questa volta mi sono leggermente ricreduta: in effetti, ho aumentato di mezzo punto bello pieno la valutazione finale. In questo romanzo tutto acquista un senso: arrivano finalmente le risposte che tanto attendevo, il primo libro era stato capace solamente di spingermi a pormi nuovi quesiti, a ragionare molto sulle cose e a fantasticarci su parecchio. Questa non è affatto una connotazione negativa, tutt'altro. Siccome serve da iniziazione all'opera, è positivo il fatto che il lettore inizi ad esserne incuriosito. Quello che mi ha infastidito di più è stato che questa sorta di introduzione si sia prolungata per tutto il libro, senza aggiungere nulla di nuovo al discorso.
Differentemente da quanto si potrebbe pensare, in realtà, il "prequel" ha avuto una buona ragione d'esistere, ma questo posso dirlo solo e soltanto dopo aver letto il secondo volume. Che dire, non mi aspettavo questo scoppio improvviso di dinamicità, forza e fantasia! È come se, improvvisamente, l'autore avesse deciso di catapultarci nel suo mondo, nel disegno dell'opera che ci ha presentato ma, stavolta, con l'intenzione di immergerci e renderci partecipi del discorso narrativo.
Accattivante, innovativo e semplicemente geniale. Sono questi gli aggettivi con i quali designerei "Non prima che siano impiccati". Ne consiglio la lettura ai readers più forti, più cruenti, a quelli che non si lasciano spaventare da questa curiosa impostazione iniziale. Posso assicurarvi che proseguirne la lettura sarà solo a vostro beneficio, poichè avrete sin da subito l'impressione di essere stati ripagati di tutto quello che finora vi è mancato e avreste voluto aggiungere.
È una sensazione bellissima per il lettore quando le sue aspettative vengono pienamente soddisfatte. Spero davvero che la trilogia possa concludersi nel miglior modo possibile; in questo momento la sto osannando, sono in quella fase in cui mi rendo consapevole della bellezza dell'opera ma, al contempo, sono razionale e cerco di stare con i piedi per terra perché tutto potrebbe precipitare inevitabilmente con il terzo volume. Spero non sia così, in ogni caso vi farò sapere presto, appena lo concluderò, con un'altra recensione dedicata a lui.
Ribadisco: non è il solito fantasy che può piacere o meno, ma si tratta di un qualcosa di più meccanico e strutturato che, con la sua evoluzione, ci fa comprendere come nulla possa essere lasciato al caso. Niente è scontato, ogni piccolo dettaglio esiste per essere ritrovato in seguito; apparentemente vi sembrerà che le descrizioni dei particolari siano abbastanza inutili, accessorie e che si sarebbero potute evitare. Iniziando a leggere "Non prima che siano impiccati", vi renderete conto che, effettivamente, tutta quella (chiamiamola così) "descrizione preliminare" abbastanza ampia sia servita da prequel a tutta la situazione che prenderà una piega diversa proprio in questo secondo volume.
Come potrete notare, questa volta mi sono leggermente ricreduta: in effetti, ho aumentato di mezzo punto bello pieno la valutazione finale. In questo romanzo tutto acquista un senso: arrivano finalmente le risposte che tanto attendevo, il primo libro era stato capace solamente di spingermi a pormi nuovi quesiti, a ragionare molto sulle cose e a fantasticarci su parecchio. Questa non è affatto una connotazione negativa, tutt'altro. Siccome serve da iniziazione all'opera, è positivo il fatto che il lettore inizi ad esserne incuriosito. Quello che mi ha infastidito di più è stato che questa sorta di introduzione si sia prolungata per tutto il libro, senza aggiungere nulla di nuovo al discorso.
Differentemente da quanto si potrebbe pensare, in realtà, il "prequel" ha avuto una buona ragione d'esistere, ma questo posso dirlo solo e soltanto dopo aver letto il secondo volume. Che dire, non mi aspettavo questo scoppio improvviso di dinamicità, forza e fantasia! È come se, improvvisamente, l'autore avesse deciso di catapultarci nel suo mondo, nel disegno dell'opera che ci ha presentato ma, stavolta, con l'intenzione di immergerci e renderci partecipi del discorso narrativo.
Accattivante, innovativo e semplicemente geniale. Sono questi gli aggettivi con i quali designerei "Non prima che siano impiccati". Ne consiglio la lettura ai readers più forti, più cruenti, a quelli che non si lasciano spaventare da questa curiosa impostazione iniziale. Posso assicurarvi che proseguirne la lettura sarà solo a vostro beneficio, poichè avrete sin da subito l'impressione di essere stati ripagati di tutto quello che finora vi è mancato e avreste voluto aggiungere.
È una sensazione bellissima per il lettore quando le sue aspettative vengono pienamente soddisfatte. Spero davvero che la trilogia possa concludersi nel miglior modo possibile; in questo momento la sto osannando, sono in quella fase in cui mi rendo consapevole della bellezza dell'opera ma, al contempo, sono razionale e cerco di stare con i piedi per terra perché tutto potrebbe precipitare inevitabilmente con il terzo volume. Spero non sia così, in ogni caso vi farò sapere presto, appena lo concluderò, con un'altra recensione dedicata a lui.
Trama:
Un pilastro della narrativa fantastica contemporanea, dopo il quale niente è stato più come prima.
«Nessuno scrive heroic fantasy più duri di quelli di Joe Abercrombie» – Jeff Vandermeer
«Non si hanno mai troppi coltelli»
Logen Novedita è un guerriero in fuga dal Nord di cui è stato il campione idolatrato tanto dai nemici che lo vorrebbero morto come dagli amici che farebbero meglio a crederlo tale. Perché dentro di lui si annida il Sanguinario, un'ombra per cui orrore, fuoco e morte sono un banchetto al quale invitare tutto e tutti. Glokta l'Inquisitore trascina il proprio corpo torturato nei palazzi del potere, investigando su una cospirazione in grado di ribaltare l'ordine costituito. Il giovane Jezal dan Luthar, che forse si accontenterebbe della propria bellezza, sfacciataggine e abilità nella scherma, scoprirà che qualcuno nutre grandi e pericolosi progetti per lui. Il Maggiore West deve lottare contro la propria sorella, l'idiozia delle gerarchie militari, e la costante feroce emicrania. Nelle vene della misteriosa e intrattabile Ferro Maljinn scorre sangue di demone, e una sete di vendetta che minaccia di travolgere un Impero. I loro cammini sono destinati a incrociarsi nella guerra che chiude le sue fauci sull'Unione da Nord a Sud, mentre alle ombre del passato e ai sortilegi si sommano le nuove, devastanti forze dell'oro e della tecnologia. Con questo grandioso affresco, ricco di pathos e umorismo nero, che comprende rovine ciclopiche e bettole, schermaglie politiche e duelli brutali in un cerchio di scudi, mercenari e prostitute, regine e banchieri, Joe Abercrombie ha portato il fantasy verso nuovi confini, capaci di fondere J.R.R. Tolkien e i noir americani, il realismo di G.R.R. Martin e l'ironia citazionista di Tarantino.
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