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"Figli dimenticati"...

⚠ SEGNALAZIONE ⚠

Buonasera readers! Rieccomi con un altro capolavoro targato @edizioninulladie . Vi lascio delle informazioni fondamentali da sapere per iniziare la lettura di questo fantastico romanzo.😊
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SINOSSI: 
Attraverso lo sguardo di un ragazzo, "Figli dimenticati" indaga sulla miseria che seguì la Seconda Guerra Mondiale. Le visite ai campi della fame, i racconti dei soldati, le domande innocenti di chi non capisce perché al mondo esistano conflitti così devastanti; e poi il ricordo di Ungaretti, fante in mezzo agli altri, gentile anche con i più semplici. Dalle parole di un figlio che ha ascoltato la testimonianza della generazione precedente, le vicende di chi c'era si intrecciano e rimangono sulla pagina, strumento per chi non ha potuto vedere, ma, lo stesso, non intende dimenticare. Sullo sfondo anche l'amore per la giovane Chiara, le amicizie che rimangono e il dolore della perdita, che Il protagonista dovrà imparare ad accettare. Domenico Flocco viene da un'umile famiglia operaia. È nato a Ferrandina, in Basilicata, nel 1967, e vive ancora nella sua terra. Ha pubblicato "I campi della fame e altri racconti", Youcanprint - Encomio con Menzione d'Onore al Premio internazionale Michelangelo Buonarroti 2016. 

RECENSIONE: 
“Figli dimenticati” di Domenico Flocco è aprire una pagina mai conosciuta, né tantomeno immaginata, su una vicenda della seconda guerra mondiale legata alla “ragion di stato” che, quando si concretizza, condiziona il futuro e maciulla sempre la speranza di tempi migliori nella “pace che verrà”. A farne le spese sono sempre i figli delle classi più povere, spesso inconsapevoli di cosa stia succedendo per davvero nei momenti storici e nei disegni delle nazioni che fanno le guerre. Molto interessante è anche la figura di Ungaretti che emerge nei ricordi di chi ha vissuto la mattanza della prima guerra mondiale. La tecnica utilizzata, le narrazioni nella narrazione, cattura oltremodo l’attenzione per un libro a cui auguro non tanto il “successo” a cui i più aspirano, ma di essere letto dai migliori lettori di questa nazione. (Antonella Santarelli)

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