La nostra Londra...
Valutazione 5 stelle su 5
Editore: Giunti Editore
Collana: Scrittori Giunti
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 19 febbraio 2020
Pagine: 360 p.
Salve a tutti, cari lettori! Finalmente è giunto un momento, per me, tanto atteso: quello di parlare del nuovo romanzo della scrittrice Simonetta Agnello Hornby in collaborazione con il figlio George Hornby. Il titolo di questo libro dice già molto sullo sfondo sul quale si staglia l'intera narrazione, ovvero la mitica Londra. Trovo che sia stato uno di quei pochi libri che ho avuto il piacere di leggere al momento giusto. Infatti penso proprio che l'uscita di questo romanzo rappresenti una vera e propria occasione per coloro i quali vorrebbero viaggiare ma che non possono e, al contempo, rappresenta un'opportunità per figurarsi nella mente i magnifici posti di Londra a tutti coloro i quali stanno vivendo questo periodo delicato della storia contemporanea. Come al solito, troverete alla fine della recensione il banner con tutte le altre tappe previste per l'uscita, sugli altri blog, delle opinioni delle mie colleghe, in modo da ricondurvi da loro in caso aveste voglia di leggere anche un parere diverso dal mio. "La nostra Londra", edito Giunti editore, oltre ad offrire una perfetta sintesi di un viaggio, rappresenta qualcosa di molto più profondo. Al suo interno, infatti, troverete delle citazioni di un autore inglese, a molti sconosciuto, ma che penso imparerete subito ad amare e che diventerà, inevitabilmente, parte di voi, ovvero Samuel Johnson.
Trattandosi di una scrittura a quattro mani, la lettura è resa ancora più piacevole da questa consapevolezza. Accanto ai soliti elogi dei luoghi di Londra ad opera di Simonetta, (per chi è un habitué dei suoi romanzi, saprà che la maggior parte di loro hanno avuto come sfondo la bella città inglese) ci sono anche le considerazioni di George che ampliano ulteriormente le vedute e l'immaginario del lettore, arricchendolo di elementi nuovi e suscitando emozioni impensate. Non a caso, il libro viene presentato come un "inno a due voci"; questo "inno" non ha il solo scopo di presentare le meraviglie nascoste di questa città, bensì si propone come obiettivo ultimo anche quello di far comprendere al lettore che, anche se si ha la fortuna e l'occasione di osservare una città ogni giorno, in questo caso Londra, ciò non vuol dire che essa si mantenga sempre uguale; in un primo momento sembrerebbe di sì ma, in realtà, basta guardarla con occhi diversi anche solo una volta per comprendere quanto essa sia diversa a seconda di come noi la guardiamo.
Il tutto viene presentato da due prospettive che, seppur convergono nello stesso punto, aiutano a capire quanto sia diversificato il nostro modo di abitare i luoghi, di farli nostri e di meravigliarci ogni qualvolta riusciamo a scorgere un minimo particolare che, per quanto piccolo, riesce sempre a fare la differenza, mutando per sempre ogni nostra veduta. Il punto è che questo libro, per quanto possa descrivere stupendamente Londra, è portatore di un'altra verità, ormai nota, a noi italiani: quella dell'emigrazione. La nostra protagonista, Simonetta Agnello, è da poco giunta a Londra, è emigrata in cerca di un ambiente più vivibile e che sarebbe stato in grado di dimostrarsi favorevole alle sue inclinazioni. Le paure, all'inizio, erano tante; è difficile doversi lasciare ogni cosa alle spalle, partire alla volta di una nazione sconosciuta che non si sa mai come ti accoglierà.
Ho apprezzato molto come è stato trattato questo tema, lo spazio che gli è stato riservato, soprattutto perché aiuta a non dimenticare che l'Italia è da sempre un posto bello in cui vivere ma che, per via della qualità della vita, fa emigrare sempre molte persone, attualmente, molti cervelli in cerca di lavoro altrove. Un romanzo intimo, dunque, delle pagine che somigliano quasi a quelle di un diario all'interno del quale si lascia traccia del proprio percorso interiore, l'impronta stilistica dell'autrice, della sua penna ma soprattutto dei suoi pensieri, è riconoscibile ed è presente in maniera insistente. Londra, il sogno di un futuro migliore, la famiglia Hornby e un curioso illuminista dalle ferme idee, cioè Samuel Johnson, ci prenderanno per mano per condurci in quei sobborghi che abbiamo tanto sognato, desiderato di vedere e di abitare in un possibile futuro ma soprattutto che abbiamo studiato e visto mutare attraverso i secoli. La nostalgia di una Londra che non ho ancora potuto vedere è riaffiorata con questa lettura, perché mi ha resa consapevole del fatto che il tempo lascia un'indelebile traccia del suo scorrere e che gli ambienti e soprattutto le città sono in continuo cambiamento. Ogni istante è buono per rendere un dettaglio della città ancora più vistoso; ma altrettanto vero è il fatto che, in un attimo, ogni caratteristica che conosciamo e che stilizza un determinato luogo come tale potrebbe mutare per sempre, cambiando definitivamente e in maniera irreversibile la visione e il simbolo di quel luogo agli occhi del mondo e, soprattutto, agli occhi di chi deve ancora visitarlo.
Sono compiaciuta del fatto che, attraverso queste pagine ho potuto ancora scorgere un barlume di speranza di poter vedere la Londra che ho sempre immaginato e desiderato; la Londra che ha dato i natali ad autori imponenti del calibro di Shakespeare, Defoe, Hardy, Swift, della Austen e del mitico Orwell, la città che è stata governata a lungo dalla regina Elisabetta I, il luogo simbolo di una monarchia costituzionale, un posto in cui è ancora concesso sognare tra castelli, ambienti decisamente vintage e vie ricche di alberi, di alti palazzi costruiti un tempo e di meraviglia. Per questo motivo, la mia valutazione è di 5 stelle su 5 nella speranza che la Londra che ho conosciuto attraverso i libri non perda mai i simboli che la contraddistinguono, che la rendono una delle città che hanno fatto la storia dell'umanità e che recano, ancora visibile, il segno di quanto di più bello possa esistere.
Trama:
Un inno a due voci a una Londra che continua a crescere e cambiare, dove ogni marea del Tamigi porta qualcosa o qualcuno di nuovo. Il racconto personalissimo e appassionato di Simonetta Agnello Hornby, ormai un classico per chi ama la città o la vede per la prima volta, si arricchisce adesso di luoghi nuovi e curiosi, descritti dalla voce ironica e brillante di suo figlio George Hornby.
Simonetta Agnello giunge a Londra nel settembre 1963. A sole tre ore da Palermo, è catapultata in un altro mondo, che le appare subito come un luogo di riti e di magie. La paura di non capire e di non essere accettata segna il passaggio dall’adolescenza alla maturità. Si sposa, diventa Mrs. Hornby, ha due figli. Ora può riannodare i fili della memoria e accompagnare il lettore nei piccoli musei poco noti, a passeggio nei parchi, nella amata casa di Dulwich e di Westminster, nella City e a Brixton, dove ha fatto l’avvocato. Al contempo, sulle orme dell’illuminista Samuel Johnson, cattura l’anima della sua Londra, profondamente tollerante e democratica. Il viaggio continua attraverso la voce di George Hornby, che con il suo humour tutto inglese e uno sguardo aperto e disincantato, ci svela novità, scoperte, luoghi profondamente mutati o finalmente divenuti accessibili, sempre permeati dalle storie umane di chi ha contribuito a crearli. Dal tempio di Mithras al Garden Museum, fino ai ristoranti e pub più rinomati o singolari della città, un percorso insolito e affascinante in una Londra che non avete ancora conosciuto e che non smette mai di stupire. Perché, come dice Samuel Johnson, «quando un uomo è stanco di Londra, è stanco anche di vivere».