The Chain...
Valutazione 3,5 stelle su 5
Traduttore: Alberto Pezzotta
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja scienza
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 29 agosto 2019
Pagine: 352 p.
Salve a tutti, lettori. Oggi vi parlo di "The Chain", una nuova uscita che risale ad Agosto 2019, targata Longanesi editore. Questo libro è stato scritto da Adrian McKinty, avevo delle aspettative molto alte in quanto è stato presentato come un thriller imperdibile, geniale e ben strutturato. Purtroppo, non è stato propriamente così, o meglio: le premesse c'erano tutte, l'idea che sta alla base della storia è a dir poco geniale e nasce da un meccanismo apparentemente semplice che si va complicando sempre di più. La storia non ha una sola protagonista, gli eventi vengono narrati dal punto di vista di una donna ma ben più complesso è il discorso che unisce le trame di ogni singola storia. L'interpolazione di tutti questi racconti dà vita alla Catena, un meccanismo che si autoalimenta da solo. Il tutto consiste nel rapire il figlio di qualcun altro per poter salvare il proprio, commettere un crimine per salvare i propri affetti ed evitare di essere uccisi. In questo panorama si staglia la figura di Rachel, una giovane madre come tante altre che, giorno dopo giorno, lotta in maniera sempre più determinata il cosiddetto "male del secolo": il cancro.
Improvvisamente, sua figlia Kylie viene rapita e l'unico modo per poterla riavere sarà quello di rapire un altro bambino. Fin qui, la narrazione mi ha sorpresa e catturata moltissimo. L'unico aspetto che, a mio parere, è stato trascurato, è lo scambio dei nomi tra Kylie e Rachel che avviene frequentemente in molti capitoli. La cosa risalta subito agli occhi del lettore in quanto si tratta di capitoli in cui la madre o la figlia non sono presenti e viene inserito il loro nome al posto di un altro. La mancanza di una cura approfondita alla narrazione è data anche dalla traduzione che rende in maniera inefficace alcuni termini (ad esempio, la parola "passamontagna" viene tradotta con "maschera da scii". Questi sono dettagli sui quali si potrebbe benissimo sorvolare se non per il semplice fatto che annichiliscono completamente tutto il bel lavoro di "labor limae" che sta alla base della strutturazione del romanzo. Questi particolari finiscono per prendere il posto di rilievo che spetterebbe all'idea centrale, offuscano l'importanza, dal punto di vista sociologico, della faccenda. La Catena è un esperimento che ha come vittime le persone che amano e i loro cari, per evitare di essere colpiti da questo fenomeno bisogna essere soli. Il libro si divide in due parti: la prima, nella quale gli eventi vengono presentati in maniera diretta senza troppi giri di parole; la struttura del romanzo è articolata in brevi capitoli che, per quanto ristretti e provvisti solamente dell'essenza descrittiva, offrono una visione completa della vicenda centrale.
La seconda parte del romanzo, invece, ha come scopo ultimo quello di farci risalire alle origini della catena per darci l'idea su come si sia generata e come sia riuscita, nel tempo, ad accumulare un patrimonio invisibile di denaro e di vittime. Nessuno ne conosce l'esistenza, eppure è sempre pronta a colpire dietro l'angolo, nascosta, aspettando il momento migliore per uscire allo scoperto, quando nessuno se lo aspetta. Ripeto: idea spettacolare, resa malissimo dalla traduzione e da un assente lavoro di editing e di correzione di bozze. Per questo motivo, ho deciso di dare a questo romanzo una valutazione di 3,5 stelle su 5. Le mie più alte aspettative sono state deluse, spero che la versione cinematografica riesca, quantomeno, a compensare le mancanze del romanzo ed arrivare dove, purtroppo per noi lettori, il romanzo non è riuscito.
Improvvisamente, sua figlia Kylie viene rapita e l'unico modo per poterla riavere sarà quello di rapire un altro bambino. Fin qui, la narrazione mi ha sorpresa e catturata moltissimo. L'unico aspetto che, a mio parere, è stato trascurato, è lo scambio dei nomi tra Kylie e Rachel che avviene frequentemente in molti capitoli. La cosa risalta subito agli occhi del lettore in quanto si tratta di capitoli in cui la madre o la figlia non sono presenti e viene inserito il loro nome al posto di un altro. La mancanza di una cura approfondita alla narrazione è data anche dalla traduzione che rende in maniera inefficace alcuni termini (ad esempio, la parola "passamontagna" viene tradotta con "maschera da scii". Questi sono dettagli sui quali si potrebbe benissimo sorvolare se non per il semplice fatto che annichiliscono completamente tutto il bel lavoro di "labor limae" che sta alla base della strutturazione del romanzo. Questi particolari finiscono per prendere il posto di rilievo che spetterebbe all'idea centrale, offuscano l'importanza, dal punto di vista sociologico, della faccenda. La Catena è un esperimento che ha come vittime le persone che amano e i loro cari, per evitare di essere colpiti da questo fenomeno bisogna essere soli. Il libro si divide in due parti: la prima, nella quale gli eventi vengono presentati in maniera diretta senza troppi giri di parole; la struttura del romanzo è articolata in brevi capitoli che, per quanto ristretti e provvisti solamente dell'essenza descrittiva, offrono una visione completa della vicenda centrale.
La seconda parte del romanzo, invece, ha come scopo ultimo quello di farci risalire alle origini della catena per darci l'idea su come si sia generata e come sia riuscita, nel tempo, ad accumulare un patrimonio invisibile di denaro e di vittime. Nessuno ne conosce l'esistenza, eppure è sempre pronta a colpire dietro l'angolo, nascosta, aspettando il momento migliore per uscire allo scoperto, quando nessuno se lo aspetta. Ripeto: idea spettacolare, resa malissimo dalla traduzione e da un assente lavoro di editing e di correzione di bozze. Per questo motivo, ho deciso di dare a questo romanzo una valutazione di 3,5 stelle su 5. Le mie più alte aspettative sono state deluse, spero che la versione cinematografica riesca, quantomeno, a compensare le mancanze del romanzo ed arrivare dove, purtroppo per noi lettori, il romanzo non è riuscito.
Trama:
Una scrittura travolgente, un meccanismo narrativo perfetto che ha conquistato gli autori di crime fiction più importanti al mondo.
«Spaventoso, travolgente, originale. Una storia che non riuscirete a togliervi dalla testa per moltissimo tempo.» - Stephen King
«Fenomenale. Scritto in stato di grazia. Un capolavoro di suspense. Mi ha terrorizzato, ma dovevo andare fino in fondo. Un romanzo che entra a far parte di quell’élite di thriller amati in tutto il mondo come L’amore bugiardo e Il silenzio degli innocenti.» - Don Winslow
«Se fossi bloccato su un’isola deserta mi assicurerei di avere con me un libro di McKinty.» - Ian Rankin
«Un romanzo potente che riesce, pagina dopo pagina, riga dopo riga, ad affondare un artiglio nel nostro cuore e portarci davanti agli occhi le nostre paure, ancora palpitanti» – La Lettura
«L'unico modo per riavere tuo figlio è rapire il figlio di un altro»
"Mi chiamo Rachel Klein e fino a pochi minuti fa ero una madre qualunque, una donna qualunque. Ma adesso sono una vittima. Una criminale. Una rapitrice. È bastato un attimo: una telefonata, un numero occultato, poche parole. Abbiamo rapito tua figlia Kylie. Segui le istruzioni. E non spezzare la Catena, oppure tua figlia morirà. La voce di questa donna che non conosco mi dice che Kylie è sulla sua macchina, legata e imbavagliata, e per riaverla non sarà sufficiente pagare un riscatto. Non è così che funziona la Catena. Devo anche trovare un altro bambino da rapire. Come ha fatto lei, la donna con cui sto parlando: una madre disperata, come me. Ha rapito Kylie per salvare suo figlio. E se io non obbedisco agli ordini, suo figlio morirà. Ho solo ventiquattro ore di tempo per fare l’impensabile. Per fare a qualcun altro ciò che è stato fatto a me: togliermi il bene più prezioso, farmi precipitare in un abisso di angoscia, un labirinto di terrore da cui uscirò soltanto compiendo qualcosa di efferato. Io non sono così, non ho mai fatto niente di male nella mia vita. Ma non ho scelta. Se voglio salvare Kylie, devo perdere me stessa".