martedì

Blog Tour "Il ritornante" di Paola Barbato

Il ritornante...

Editore: Piemme
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 29 ottobre 2019
Pagine: 128 p.
Età di lettura: Da 8 anni

Buongiorno, lettori! Finalmente posso parlarvi di questo libro meraviglioso scritto da Paola Barbato. "Il ritornante" è un romanzo edito Piemme che fa parte della collana Battello a Vapore. È un romanzo illustrato che potrete trovare in tutte le librerie a partire da ieri, adatto in particolare per i ragazzi dagli otto anni in su. Durante questo blogtour, mi occuperò di parlarvi di una delle figure che anima la narrazione: Ian. Vi lascio la trama per farvi avere una visione generale dell'intero racconto e, di seguito, troverete l'articolo d'approfondimento. Posso soltanto anticiparvi che le vicessitudini di questi ragazzi interesseranno nella stessa misura sia grandi che piccini. È bello poter tornare al tempo delle marachelle, delle scorribande e delle varie ragazzate che animavano le vie e gli interi pomeriggi. I protagonisti di questo racconto sono molto dinamici, le illustrazioni aiutano moltissimo il lettore a seguire il corso degli eventi e il libro non smette mai di stupire. Ho potuto scoprire come, ogni tanto, faccia bene anche a noi grandi tornare bambini, per poter assaporare meglio e rivivere quei momenti di spensieratezza che caratterizzavano le nostre giornate. Con questo vi auguro un buon ritorno al passato e una buona lettura, nella speranza che questo romanzo, assieme alle sue illustrazioni, possa risvegliare in voi emozioni e sensazioni ormai seppellite da tempo.

Penso sia un romanzo perfetto da leggere ad Halloween; è inquietante al punto giusto, incuriosisce e riesce ad ottenere l'attenzione più completa del lettore. I ragazzi lo ameranno, è sempre bello scoprire nuovi racconti creati ad hoc per Halloween, è bello variare, perché di solito si finisce sempre col leggere gli stessi libri a tema. Come dicevo anche prima, oltre a ritrovare una parte della loro gioventù, i lettori adulti rimarranno incantati dalla scioltezza narrativa, dalla curiosità impettita di voler scoprire cosa si cela dietro la figura del ritornante, chi è davvero questo personaggio e che forme può assumere nel tempo. Terrificante al punto giusto, lo consiglio spassionatamente. È uno di quei libri perfetti da leggere ad alta voce, quando si è in gruppo, perché riesce facilmente ad attrarre l'attenzione sugli eventi narrati. Detto ciò, vi rimando all'articolo su Ian, che troverete dopo la sinossi.

Sinossi:

Tutti hanno un gemello malvagio nascosto da qualche parte. E se ti trovassi davanti il tuo?
Nel mondo esistono alcuni luoghi che portano all'inferno. Le Grotte di Arlind sono uno di questi, ed è lì che devono entrare Janice, Ian, Michael e Bo, le quattro nullità della scuola. Hanno avuto paura tutta la vita. Ma ora le cose devono cambiare.


Focus su Ian

Come vi avevo accennato precedentemente, ecco l'articolo d'approfondimento che parlerà in maniera esaustiva, spero, del ruolo che ha la figura di Ian nel racconto. Inizierei col dire che tutti i personaggi sono accomunati da due unici fattori: quello di frequentare la stessa scuola ad Arlind e quello di essere costantemente oggetti di angherie varie da parte dei bulli della scuola. Ian non fa eccezione a tutto questo. Anzi, lui fa parte di uno stereotipo ben preciso con il quale la società intera tende ad etichettare coloro i quali amano studiare: è il secchione di turno.

Uno dei bulli è suo vicino di casa e, per timore di incontrarlo, Ian non esce mai e trova conforto nello studio e nella lettura di libri. Ho trovato molte somiglianze tra la mia personalità e quella di Ian; entrambi abbiamo lo stesso modo di evadere dalla realtà, mi ha fatto piacere constatare questa connessione particolare instauratasi con lui. È un ragazzo fragile ma che, nonostante i continui problemi, resiste. 


Dimostra di resistere soprattutto nel momento in cui il bullo della scuola, Wayne, scompare. Quando viene ritrovato, senza possedere il suo cellulare che era stato nascosto nelle grotte di Arlind, sembra essere cambiato completamente. Ma da questo momento in poi, Ian riceverà strani messaggi d'aiuto dal cellulare di Wayne. E sarà lui a rispondere, a dare alito ad una situazione strana ed inquietante. Perchè è proprio così: questo libro ha delle raffigurazioni che parlano, che rendono vivo il romanzo. I personaggi sono tali e quali a come ce li potremmo immaginare e, via via che il racconto procede, le fragilità di ognuno di loro emergono. Ian, nonostante venga dichiarato fragile e facilmente impressionabile sin dal principio, riesce a conversare con un Wayne "digitale" che non trova riscontri nella realtà.


Ian è un ragazzo molto intelligente e, infatti, è proprio lui a scoprire che, interagendo con quello che si scoprirà essere il demone di Wayne, si potrà stabilire un vero e proprio contatto con il Wayne "digitale" che è ancora confinato nelle grotte di Arlind. 


Mi fa piacere poter constatare che, il timido Ian dell'inizio della storia, si trasforma piano piano in una figura leader, capace di tener testa al gruppo di compagni e, soprattutto, di dar loro delle direttive e dei suggerimenti. Penso sia un bel passo avanti rispetto alla situazione in cui versava all'inizio, dimostrazione del fatto che dietro la sua intelligenza e il suo essere secchione e costretto ad essere introverso e separato dal mondo, Ian riesca a trovare una propria dimensione nella storia, una dimensione di carattere squisitamente decisivo e imponente. Ad un certo punto arriva addirittura ad imporsi, a dar libero sfogo ai suoi pensieri.

Il vero Ian saprà comportarsi come un vero leader nel momento in cui tutti i suoi amici saranno nella grotta con lui; in effetti, sarà Ian in persona a sollevare l'incresciosa situazione nella quale si erano trovati i compagni: tutti e quattro davanti ai loro rispettivi ritornanti. Decisiva è l'azione logica di Ian che, anzichè continuare a rifuggiarsi e a scappare dalle insidie, decide di cogliere il momento per cambiare, per voltare pagina. In questo modo finisce per affrontare la parte peggiore di sè, quella che aveva sempre temuto, quella che l'aveva tenuto prigioniero di sè stesso. Ed è in questo modo che salverà la situazione e, soprattutto, scoprirà quanto è bello vivere con i propri difetti, paure e insicurezze senza però ostacolarsi e intrappolarsi da solo in una prigione costruita dal timore e dalla sofferenza interiore. Alla fine, nessun personaggio cambierà in maniera evidente dall'esterno. Ma, come insegna la morale di questa storia, tutti i grandi cambiamenti non possono essere visti dall'esterno.