Quando arrivi, chiama...
Valutazione 5 stelle su 5
Salve, miei cari lettori! Oggi vi parlerò di un libro appena uscito per Mondadori. "Quando arrivi, chiama" è un romanzo scritto da Anna Mittone e ho avuto modo di leggerlo in anteprima partecipando al Review Party organizzato in occasione del lancio del libro. Questa è la prima volta che vi parlo di un romanzo che potrebbe avere riscontri con la realtà. In effetti, le vicende raccontate, conferiscono alla trama un aspetto realistico e fanno in modo di avvicinare ancora di più il lettore alla storia della protagonista. Ho adorato questo romanzo perché parla di incertezze, di dubbi che attanagliano l'anima e che, allo stesso tempo, danno una forza immensa per andare avanti. Ciò succede a Silvia, una quarantasettenne che ha divorziato dal marito con il quale aveva in comune la splendida figlia Emma. Sua figlia è un'adolescente e, sebbene Silvia cerchi di lasciarle i suoi spazi, le due finiscono inevitabilmente per litigare, come avviene nella normalità.
Arriva il giorno in cui Emma parte per un viaggio studio in Canada, che durerà per un anno, e Silvia l'accompagna in aeroporto insieme al suo ex marito. Fin qui, ogni cosa sembra andare per il verso giusto: figli adolescenti che hanno voglia di spiccare il volo in tutti i sensi, ricongiungimento obbligato con l'ex per il bene della figlia, insomma: tutti eventi che fanno parte della quotidianità e che non hanno nulla di sconvolgente. Ogni cosa sembra andare per il verso giusto. Dietro l'angolo, come sempre, si celano delle insidie. Infatti, poco dopo, si viene a sapere di un attentato terroristico all'aeroporto "Charles De Gaulle" avvenuto durante lo scalo dell'aereo che portava Emma e i suoi compagni in Canada.
Questo è il motivo per il quale Silvia si mette subito in viaggio in macchina insieme al padre di un amico di Emma conosciuto poco prima in aeroporto. Qui inizia l'avventura della nostra protagonista: un viaggio inaspettato con una persona inaspettata, le attese, la paura di perdere la sua unica certezza, il sangue del suo sangue. Ore di viaggio che dividono, separano i corpi e inducono alla disperazione. Fortunatamente Silvia è accompagnata da Michele, il padre del compagno di Emma, e i due avranno modo di consolarsi a vicenda e anche di conoscersi meglio.
Tra pianti misti a momenti di gioia improvvisa, questo viaggio cambierà per sempre la vita della nostra Silvia. Ho valutato questo libro con 5 stelle su 5 in quanto penso sia lecito conoscere questi aspetti della nostra realtà, le facciate più oscure e i giorni più bui perché, spesso, si tende a nasconderli dietro a un velo di finto benessere. Ho adorato questo libro perché mette a nudo le debolezze ma anche i punti di forza che le persone possiedono e, soprattutto, ha fatto luce sul rapporto madre-figlia che viene sempre più banalizzato. Una lettura che consiglio a chi è genitore ma anche a chi non lo è perché ci consente di cogliere determinati aspetti, spicchi di una realtà alla quale guardiamo, il più delle volte, con superficialità.
Trama:
Silvia ha quarantasette anni, un ex marito e una figlia adolescente, Emma. Tra madre e figlia si alternano momenti di grande complicità ed epiche sfuriate – la normalità, insomma – fino al giorno in cui Emma parte con la sua classe per un viaggio di studio che la terrà lontana da casa per un anno, in Canada. Silvia l'accompagna all'aeroporto insieme a Luca, il suo ex marito e, proprio quando pensa che quella giornata non potrebbe contenere più emozioni di così, un drammatico imprevisto la inchioda alle sue peggiori paure: un attentato terroristico sconvolge l'aeroporto Charles de Gaulle durante lo scalo dei ragazzi. In preda al panico, Silvia decide su due piedi di partire per Parigi insieme a Michele, il padre di un compagno di Emma, conosciuto poche ore prima all'aeroporto. I due salgono in macchina diretti in Francia e, in un clima di dolorosa incertezza, dandosi il cambio alla guida tra una lacrima e una battuta per sopravvivere, durante quel lungo on the road avranno l'occasione di conoscersi. Anna Mittone racconta con ironia l'amore e le incomprensioni che caratterizzano il rapporto madre-figlia, mettendone in luce con coraggio anche i lati oscuri e i sensi di colpa, dal punto di vista di una mamma incasinata e impaurita quanto brillante e adorabile.