martedì

Blog Tour di "Una volta è abbastanza" di Giulia Ciarapica


"Una volta è abbastanza"

Buonasera, lettori! Ecco la tappa prevista e ospitata da l mio blog in occasione dell'uscita di "Una volta è abbastanza" della scrittrice Giulia Ciarapica edito Rizzoli. Vi lascio nuovamente la trama, approfondiremo i suoi argomenti di maggior rilievo all'interno dell'articolo che troverete sviluppato in basso. Diamo inizio alla visione delle meravigliose "Foto di un'epoca".

Trama:

L'Italia è appena uscita dalla guerra. A Casette d'Ete, un borgo sperduto dell'entroterra marchigiano, la vita è scandita da albe silenziose e da tramonti che nessuno vede perché a quell'ora sono tutti nei laboratori ad attaccare suole, togliere chiodi, passare il mastice. A cucire scarpe. Annetta e Giuliana sono sorelle: tanto è eccentrica e spavalda la maggiore - capelli alla maschietta e rossetti vistosi, una che fiuta sempre l'occasione giusta - quanto è acerba e inesperta la minore, timorosa di uscire allo scoperto e allo stesso tempo inquieta come un cucciolo che scalpita nella tana, in attesa di scoprire il mondo. Nonostante siano così diverse, l'amore che le unisce è viscerale. A metterlo a dura prova però è Valentino: non supera il metro e sessantacinque, ha profondi occhi scuri e non si lascia mai intimidire. Attirato dall'esplosività di Annetta, finisce per innamorarsi e sposare Giuliana. Insieme si lanciano nell'industria calzaturiera, dirigendo una fabbrica destinata ad avere sempre più successo. Dopo anni, nonostante la guerra silenziosa tra Annetta e Giuliana continui, le due sorelle non sono mai riuscite a mettere a tacere la forza del loro legame, che urla e aggredisce lo stomaco. Giulia Ciarapica ci apre le porte di una comunità della provincia profonda: tra quelle colline si combatte per il riscatto e tutti lottano per un futuro diverso. Non sanno dove li porterà, ma hanno bisogno di credere e di andare.

Foto di un'epoca.

Eccoci al dispiegamento della vera intensità del libro. Andiamo a sviscerarne insieme le varie parti. Come avete potuto ben vedere, la mia tappa è intitolata "Foto di un'epoca" e, in quanto tale, alternerò parti di breve narrazione a foto che renderanno ancora più significativo il mio discorso. 

Ogni tempo ha i suoi uomini, certo. Ogni tempo ha gli uomini che si merita, gli uomini che si costruisce, che istruisce. Gli uomini di oggi sono molto diversi dagli uomini di allora, non esiste un minimo paragone tra gli uomini d'oggi e quelli di ieri. Basta soltanto dire che gli uomini di un tempo erano quelli costretti a vivere a tu per tu con la quotidianità, a toccarne con mano le difficoltà sin da piccoli. Gli uomini, i responsabili dell'andamento del nucleo familiare, erano i soli e gli unici a doversi porre il problema di dover portare da mangiare alle proprie famiglie. Gli unici che venivano mandati obbligatoriamente a trascorrere un periodo come militari per forgiare il loro carattere, per reagire alle brutalità imposte dal tempo, per difendersi dalle guerre imminenti.


Un altro tema importantissimo che ha caratterizzato i vecchi tempi: l'emigrazione. Un'emigrazione a mio parere involontaria.A nessuno sarebbe piaciuto abbandonare il nostro Paese, povero e privato di ogni agio, è vero, ma pur sempre la terra in cui si è nati e cresciuti, la terra che i nostri antenati che sono stati costretti ad andarsene hanno sempre portato nel cuore, nonostante tutto. 


Questa frase palesa perfettamente tutti i dubbi che la gente nutriva nei confronti del proprio Paese. Ma non del Paese in quanto tale, piuttosto della politica che strumentalizzava ogni sorta di pensiero, di affermazione. Una condizione che rendeva invivibile un luogo magnifico dove, se però mancava la libertà di pensiero, mancava tutto.


Paura, rabbia, rassegnazione. Sentimenti contrastanti abitavano l'animo dei nostri antenati. Essere obbligati ad andarsene, impotenti, pieni di rabbia ma allo stesso tempo pieni di nostalgia, intenzionati a tornare per mettere definitivamente fine a tutto ciò che di orrendo esisteva, a tutto ciò che li ha costretti ad andare via dalla propria terra. 



Quest'immagine rappresenta la voglia di rivalsa, il non volersi arrendere, elementi che rendevano la generazione passata ricca di ambizioni e buoni propositi, proprio ciò che oggi manca agli uomini del nostro presente: il volersi proiettare verso il futuro.