giovedì

Review Party "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley

 


Il mondo nuovo...

Illustratore: Giuseppe Palumbo
Editore: Mondadori
Collana: Oscar draghi
Anno edizione: 2020
Formato: Tascabile
In commercio dal: 25 agosto 2020
Pagine: 480 p., ill.

Salve a tutti, cari lettori! Oggi parleremo di una riedizione Mondadori di un classico famosissimo, degno di nota e soprattutto uno dei romanzi più affascinanti del ventesimo secolo. Si tratta de "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley. Molti di voi l'avranno sentito nominare, altri l'avranno già letto perché, come preannunciavo, è un libro che fa parte dei classici immancabili nella libreria di ogni lettore. Huxley è un visionario, uno scrittore senza confini che prova ad immaginare il nostro futuro, il futuro dell'intera umanità e, dal canto suo, prova a scrivere un romanzo che possa racchiudere le diverse sfaccettature della realtà futura. Partendo da queste considerazioni, oltre a classificare l'autore come visionario, possiamo dedurre che nel lontano 1932, Aldous aveva già percepito un cambiamento non indifferente nel modo di vivere dell'uomo. Molti aspetti della sua immaginazione sono diventati la nostra quotidianità, anche se fatichiamo sempre più ad accorgercene o a dar peso ad eventi apparentemente irrilevanti ma che, giorno dopo giorno, condizionano sempre più il nostro modo di fare e agire fino ad impossessarsene completamente. 

Personalmente, sono stata spinta a leggere questo libro parecchio tempo fa da un curioso invito, ricevuto da un mio professore di psicologia, incontrato per caso durante un giro in libreria. "Leggete Huxley e capirete tutto meglio". In effetti, questo romanzo ha il potere di ampliare il nostro punto di vista su ciò che ci circonda e sui meccanismi che ci vedono protagonisti di giorno in giorno. Avendo già letto 1984 di George Orwell e altri suoi libri, avevo già ben presente quale fosse il genere al quale mi stavo per approcciare. In effetti, vi consiglierei di leggere anche e soprattutto gli scritti di Orwell, scrittore inglese profetico come pochi e, secondo il mio modesto parere, visionario quanto Huxley. Rileggerlo è stata una bellissima esperienza, è un romanzo di facile comprensione, immediato, che sfiora le corde della nostra esistenza senza mai turbarle, perché siamo già pienamente consapevoli della veridicità di tutto ciò che è contenuto tra quelle pagine. Pensare che sia stato scritto in una realtà lontana, completamente differente dalla nostra, porta a riflettere sul fatto che alcuni meccanismi, purtroppo, sono sempre esistiti e sempre esisteranno, accompagneranno la storia dell'uomo perché non se ne riesce proprio a fare a meno. I vari tipi di condizionamento sono all'ordine del giorno, lo erano anche nel 1932, ma col progresso si sono fatti molto più frequenti e insistenti. Tentare di frenarli è una pura utopia, senza contare che sono dei fenomeni impossibili da estirpare, proprio perché non vi è una volontà forte alla base per poterlo fare. E sapete perché avviene ciò? Semplice, per una fitta rete di complottismo, perché ai vertici sta bene che sia così, che ogni uomo sia eternamente condizionato, vincolato, mai libero di scegliere. Perché non esiste cosa peggiore che pensare di essere liberi di scegliere quando, in realtà, si è soltanto condizionati, a prescindere dalla scelta, perché ogni scelta è un vincolo, è gia stata pensata e cucita ad hoc per noi. 

Tutto questo è il mondo che si cela dietro le pagine di Aldous Huxley, oltre a lanciare tanti moniti ci lascia tanti insegnamenti preziosi, rivoluzionando in maniera definitiva e irreversibile il nostro modo di essere, di pensare e di guardare alla realtà. Che se prima fossimo stati scettici, d'ora in poi lo saremo ancora di più. Non siamo altro che una piccola parte, un minuscolo ingranaggio di un sistema che si autoalimenta senza mai uscire dal suo circolo vizioso, il cui ritmo è stato scandito per secoli sempre dalle stesse abitudini e dal controllo che viene esercitato su di esse. Ribadisco, lettura molto interessante se intrapresa con coscienza e con voglia di spaziare, di andare oltre i soliti generi. Anche perché, come molti di voi già sapranno, "Il mondo nuovo" rientra nella categoria "distopici", romanzi che parlano di un possibile futuro ma in un'accezione decisamente negativa. Consiglio di leggerlo agli appassionati del genere, a chi ama i moderni distopici perché è da qui che essi traggono la loro ispirazione, a tutti i lettori che non sono appassionati di classici, perché "Il mondo nuovo" è quel libro che dimostra come i classici possano risultare più attuali che mai, perché hanno al centro la figura dell'uomo, fanno parte di noi e raccontano i nostri modi di essere stando al passo con i tempi. Inoltre, la bellezza di quest'edizione risiede proprio nell'aggiunta editoriale voluta da Mondadori di un opuscolo intitolato "Ritorno al mondo nuovo" di Huxley che sono stata curiosissima di leggere, anche perché è il libro all'interno del quale sono presenti le inquietudini, le ansie e le angosce che attanagliano l'animo dello scrittore. Corredate da magnifiche illustrazioni, sono la perfetta sintesi dell'operato dell'autore e di come tra queste pagine possa essere riassunta l'essenza della nostra esistenza.

Trama:

Scritto nel 1932, "Il mondo nuovo" è un romanzo dall'inesausta forza profetica ambientato in un immaginario stato totalitario del futuro, nel quale ogni aspetto della vita viene pianificato in nome del razionalismo produttivistico e tutto è sacrificabile a un malinteso mito del progresso. I cittadini di questa società non sono oppressi da fame, guerra, malattie e possono accedere liberamente a ogni piacere materiale. In cambio del benessere fisico, però, devono rinunciare a ogni emozione, a ogni sentimento, a ogni manifestazione della propria individualità. Al romanzo seguono la prefazione all'edizione 1946 del "Mondo nuovo" e la raccolta di saggi "Ritorno al mondo nuovo" (1958), nelle quali Huxley tornò a esaminare le proprie intuizioni alla luce degli avvenimenti dei decenni centrali del Novecento. In questa edizione incubi e ossessioni prendono corpo nei disegni di Giuseppe Palumbo.




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