sabato

Blogtour de "La nona casa" di Leigh Bardugo

La nona casa...

Yale, l'università come ambientazione.

Buon pomeriggio, cari lettori! Torno proprio oggi, giorno venticinque Aprile, per parlarvi di un libro meraviglioso che ho avuto il piacere di leggere ultimamente e sul quale vi proporrò una riflessione. La riflessione su "La nona casa" di Leigh Bardugo che voglio affrontare con voi quest'oggi, riguarda l'ambientazione, il centro propulsore di tutta la narrazione.

Come avrete già intuito dal titolo dell'articolo oppure leggendo la trama, si tratta dell'università di Yale. Luogo prestigioso e adatto a pochi eletti, Yale si rivela essere un'opportunità di riscatto per la nostra protagonista, Alex. Un posto all'interno del quale alberga la cultura, un edificio in grado di celare al suo interno molti segreti e, parecchi di questi, non riguardano affatto i libri.

Seppur ai lettori questo luogo possa apparire come cupo e sinistro, io sono riuscita a conferirgli un'altra connotazione, completamente opposta. È vero che per una ragazza non abituata a frequentare questi ambienti, ogni cosa al suo interno appare gigantesca da affrontare, come ogni situazione che fa parte del quotidiano, specialmente se si è consapevoli che si è lì non per entrare a contatto con la conoscenza, bensì per conoscere i segreti che queste mura racchiudono.

Anche se le condizioni di partenza non sono delle migliori, leggendo capiremo che l'università di Yale è il posto più adatto ad una come Alex, semplicemente perché le consente di aprire molteplici finestre su un mondo che non conosceva. Non tutto il male viene per nuocere, infatti nonostante i pericoli, i misteri e il mondo dell'occulto che la fanno da padrone all'interno della storia, Yale resta pur sempre un'università, dove Alex troverà una sua dimensione, bilanciata da fattori positivi e negativi.

Il mio pensiero resta fisso sullo stupore di Alex, su quell'opportunità che pensava di non poter mai avere date le sue condizioni. È come se le venisse chiesto di vivere una doppia vita, parte della quale non le appartiene, essendo lei legata alle tenebre sin dal principio. Eppure, anche nei casi come il suo, un ambiente come quello descritto si rivela utile per farle discernere cos'è giusto da cosa è sbagliato. Improvvisamente le viene offerto un futuro, un qualcosa per il quale svegliarsi la mattina e dire:"ho un obiettivo da raggiungere". Il che non è poco, nè scontato.

L'elemento fantastico tende ad impadronirsi totalmente dell'ambiente in cui si dipana la narrazione tra tombe, attività occulte e magia proibita. Ma ciò non ci impedisce di immaginare Yale come un luogo magico in senso positivo, in grado di riscattare l'animo umano dando l'opportunità di vivere un'esistenza migliore rispetto a quella che si è condotta fino a quel momento.

Bene, siamo giunti alla fine dell'articolo. Questo è il mio pensiero in merito al luogo in cui hanno avuto luogo gli eventi di questo magnifico romanzo. Vi consiglio caldamente di leggere "La nona casa" di Leigh Bardugo, sa arricchire il lettore da tantissimi punti di vista e questo non è un fattore scontato da ricercare nei libri di oggi. A breve, uscirà qui sul blog anche la recensione, nel frattempo vi rimando alle tappe del blogtour delle mie colleghe che vi sapranno raccontare gli altri elementi che compongono la narrazione.

Trama:

Galaxy "Alex" Stern è la matricola più atipica di tutta Yale. Cresciuta nei sobborghi di Los Angeles con una madre hippie, abbandona molto presto la scuola e, giovanissima, entra in un mondo fatto di fidanzati loschi e spacciatori, lavoretti senza futuro e di molto, molto peggio. A soli vent'anni, è l'unica superstite di un orribile e irrisolto omicidio multiplo. Ma è a questo punto che accade l'impensabile. Ancora costretta in un letto d'ospedale, le viene offerta una seconda possibilità: una borsa di studio a copertura totale per frequentare una delle università più prestigiose del mondo. Dov'è l'inganno? E perché proprio lei? Ancora alla ricerca di risposte, Alex arriva a New Haven con un compito ben preciso affidatole dai suoi misteriosi benefattori: monitorare le attività occulte delle società segrete che gravitano intorno a Yale. Le famose otto "tombe" senza finestre sono i luoghi dove si ritrovano ricchi e potenti, dai politici di alto rango ai grandi di Wall Street. E le loro attività occulte sono più sinistre e fuori dal comune di quanto qualunque mente, anche la più paranoica, possa immaginare. Fanno danni utilizzando la magia proibita. Resuscitano i morti. E, a volte, prendono di mira i vivi.


Recensione "Giuditta, il paradigma dell'amore" di Giada Castigli


Giuditta, il paradigma dell'amore...

Valutazione 5 stelle su 5

  • Copertina flessibile: 241 pagine
  • Editore: Independently published (5 luglio 2018)
  • Collana: Il paradigma dell'amore
  • Lingua: Italiano

"Giuditta, il paradigma dell'amore" di Giada Castigli è un romanzo che fa riflettere su molti aspetti, sia interni alla narrazione, sia esterni. Cosa intendo con questo? Inizio con il presentare questo libro come un romance, quale è, proprio perché al centro della narrazione c'è una storia d'amore. Molto spesso, la categoria che racchiude i romance viene etichettata come inferiore rispetto alle altre, cosa che, in realtà, non rende affatto giustizia ai molteplici messaggi dei quali alcuni romance si fanno portatori. In particolare, questo ultimo romance che ho avuto il piacere di leggere, riesce a confermare a sua volta che se le storie d'amore riescono a farsi portatrici di un messaggio più grande, non si può etichettarli come inferiori. In ogni categoria esistono dei romanzi che possono essere meno apprezzati di altri proprio perché ridotti a storielle che si limitano solo ad articolare una trama senza obiettivi, ma non è un motivo valido per denigrare una categoria. 

Detto ciò, posso affermare che il libro di Giada Castigli è uno dei migliori romanzi che io abbia letto finora. Non solo perché snocciola una trama pressoché impeccabile, ma anche perché fa emergere delle questioni, in materia amorosa, che spesso vengono date per scontate o che, peggio ancora, non vengono considerate proprio. Ho avuto modo di interagire con due personaggi dalle diverse qualità, la nostra cara protagonista Giuditta da un lato e l'architetto Gabriel dall'altro. Entrambi sono due facce della stessa medaglia in ambito professionale: impeccabili, destinati al successo nelle loro rispettive professioni. Il loro amore è un continuo rincorrersi, o meglio, un tentativo costante da parte di Gabriel di rincorrere Giuditta. 

Entrambi sono consapevoli della presenza del sentimento che li tiene ancorati l'uno all'altra ma non riescono a trovare un punto d'incontro per fare in modo che i loro rispettivi sentimenti convergano in un unicum. Questa situazione è dovuta ad una fragilità interiore di Giuditta che, reduce da altre delusioni, è incapace di guardare al futuro, di legarsi a qualcuno, perché ha la paura costante di doversi appigliare a qualcosa che, prima o poi, la farà cadere. Inizialmente, da parte di Gabriel c'è una sorta di difficoltà nel comprendere Giuditta, un distacco dovuto anche alle sue abitudini di "Don Giovanni" che non possono fargli comprendere a fondo la pluralità di voci, sentimenti ed emozioni che coesistono dentro una donna. Abituato a dare importanza e a valorizzare continuamente il superficiale, Gabriel proverà a scacciare le proprie abitudini, anche se finirà soltanto per peggiorare la situazione poiché si limiterà soltanto a nascondere i suoi eccessi e non a cambiare davvero. 

Questa è la dimostrazione che le mie considerazioni iniziali sono corrette; scrivere di questi argomenti dando un'importanza fondamentale al fattore intrinseco non è poi così scontato, un romance di classe (come amo definire io i romance che si distinguono) non è mai banale e finisce sempre per arricchirvi, in un modo o nell'altro. Oggi, chiunque scrive. O meglio, prova a farlo. L'importante è saper distinguere un buon libro e, di conseguenza un buono scrittore, da un libro e da un relativo scrittore che non lo sono, senza condannare nessun genere. La mia valutazione per "Giuditta, il paradigma dell'amore" di Giada Castigli è di 5 stelle su 5, per i motivi che vi ho finora snocciolato. Spero riesca ad appassionare anche voi come ha appassionato me e ve lo consiglio, soprattutto se siete lettori abituali di romance, poiché tramite la lettura di questo romanzo potrete scorgere, a mio parere, una differenza sostanziale e di qualità rispetto a libri di minor pregio e dello stesso genere. Buona lettura.

Trama:

Per le sue amiche Giuditta è la mantide religiosa delle relazioni: si lascia sedurre, fa finta di amare e poi fugge via, il più lontano possibile da qualsiasi turbamento che possa minare il suo impeccabile autocontrollo. Per tutti i suoi amici Gabriel Sala è un seduttore seriale, calcolatore ed egoista. Sotto il cielo di Milano, all’incrocio di un semaforo, Giuditta e Gabriel si guarderanno per la prima volta e nulla sarà più lo stesso. Gabriel proverà a diventare l’uomo che non è mai stato, ma la vita lo costringerà ad affrontare una perdita alla quale non era preparato. Giuditta scoprirà che in amore non esistono regole e chi ama di più, spesso, è destinato a soccombere.