lunedì

Review Party "Gli strani viaggi di Giulio Verne" edito Mondadori

Gli strani viaggi di Giulio Verne...

Curatore: Massimo Scorsone
Editore: Mondadori
Collana: Oscar draghi
Anno edizione: 2020
Formato: Tascabile
In commercio dal: 26 maggio 2020
Pagine: XX-1046 p.

Salve a tutti, cari lettori! Oggi, finalmente, è giunto il momento che attendevo da tanto. Potrò parlarvi di uno dei classici intramontabili che hanno fatto sognare giovani, adulti e bambini. In occasione dell'uscita di una raccolta speciale di Mondadori dedicata ai capolavori dell'eterno Jules Verne, ho l'opportunità di recensire di uno dei tanti romanzi presenti al suo interno. Il romanzo che ho scelto è "L'isola misteriosa" perché, in questo racconto, Verne riesce ad unire storia e avventura rendendole un tutt'uno. In basso, come sempre, troverete un calendario con le tappe previste sugli altri blog; all'interno di queste tappe si parlerà degli altri libri che compongono la nuova raccolta Mondadori, dal celebre "Ventimila leghe sotto i mari" al meno conosciuto (ma non per questo meno valido) "Michele Strogoff". Nel mio articolo, mi soffermerò ad analizzare in maniera dettagliata "L'isola misteriosa", anche se vi anticipo che la nuova raccolta Mondadori è un gioiellino da possedere e custodire, visto che al suo interno sono presenti alcuni dei più importanti libri dell'autore, corredati anche da magnifiche illustrazioni in bianco e nero che evocano i momenti salienti presenti in ogni libro. Vi auguro una buona lettura!


Trama:

Nelle viscere della terra, sotto gli abissi dell'oceano, tra gli spazi siderali e le steppe siberiane, la penna di Jules Verne riesce a farci vivere mille avventure. Questo volume raccoglie i più famosi e i più amati racconti celebrando uno dei grandi maestri della narrativa fantastica. All'interno: "Viaggio al centro della terra"; "Ventimila leghe sotto i mari"; "L'isola misteriosa"; "Michele Strogoff"; "Un inverno tra i ghiacci"; "L'espresso del futuro".

L'isola misteriosa...

"L'isola misteriosa" è un romanzo di avventura scritto da Jules Verne. Venne pubblicato dal 1874 al 1875 nella rivista Magasin d'Éducation et de Récréation. In seguito, fu raccolto in un unico volume dall'editore Hetzel nel 1875. Quest'ultima edizione conteneva numerose illustrazioni di Jules Férat. Sebbene sia un romanzo leggibile benissimo come se fosse autonomo rispetto agli altri scritti di Verne, in realtà, è l'ultimo capitolo della trilogia che include "I figli del capitano Grant" e "Ventimila leghe sotto i mari". Per questo motivo, nel corso della narrazione, incontreremo personaggi a molti di voi già noti, anche se non avete mai letto "L'isola misteriosa" poiché fanno parte dei due precedenti romanzi e, spesso, riportano delle allusioni agli accadimenti del passato narrati nei libri precedenti. 

Per immergervi completamente nell'atmosfera che aleggia attorno alle storie tipiche di Verne, vi consiglio di pensare ai  primi grandi viaggi organizzati per andare scoperta del mondo, come quello di Cristoforo Colombo e dei suoi contemporanei. Leggendo le fantastiche avventure di uno dei più famosi romanzieri francesi di tutti i tempi, vi renderete presto conto che, prima di Verne, a far da pionieri in questo genere di scritti ci furono altri autori. Il mio riferimento è rivolto soprattutto alla letteratura inglese e a due autori in particolare: Daniel Defoe e Jonathan Swift. Sin dall'inizio, infatti, ho asserito che Jules Verne riesce tracciare un legame indissolubile tra la storia e il genere dell'avventura, per questo motivo dovremo sempre tener conto di questa sua capacità, cercando di trovare dei legami che lo riconducano ad altri scrittori che, come lui, spalancarono le porte alla cosiddetta letteratura del viaggio. Non a caso, Defoe è l'autore di "Robinson Crusoe", mentre Swift scrisse i famosi "Viaggi di Gulliver", libri che hanno come temi edificanti proprio il viaggio e l'avventura. 

Nel periodo storico in cui sono ambientate le vicende narrate, non era raro trovarsi in guerra. I Paesi combattevano tra di loro per ottenere l'egemonia dei territori limitrofi, per espandere il proprio dominio avviando nuove conquiste, per affermare la loro supremazia sugli altri popoli. In questo clima, cinque nordisti cercano di fuggire dalla realtà che li avvolge tramite l'ausilio di una mongolfiera. L'evasione dalla realtà rappresenta la prima caratteristica che contraddistingue questo genere di romanzi. La ricerca di un posto migliore in cui vivere è il sogno di qualsiasi uomo che si trovi costretto ad essere parte integrante di una realtà rischiosa e incerta. Il naufrago è, oltre che un sognatore, un uomo senza Patria, un avventuriero e un possibile colonizzatore. Infatti, i nostri protagonisti saranno al centro di una progressiva conquista di quest'isola misteriosa nella quale si trovano. Verne, raccontando la loro quotidianità, mette al centro del discorso narrativo l'uomo e la sua innata propensione al controllo e alla sottomissione di terre inesplorate. Nonostante l'incertezza aleggi costantemente sulla loro sorte, gli uomini decidono di mettere a repentaglio la loro stessa vita pur di colonizzare un nuovo territorio. Animati dalla convinzione di poter diventare dei moderni esploratori, di avere l'isola sotto il loro completo controllo, distanti da ambienti bellicosi, decidono di creare il loro personale "campo di battaglia", reinventandosi avventurieri. Dalla figura del naufrago intimorito e insicuro, si passa rapidamente alla figura di colonizzatore moderno che finora era stata tanto disprezzata, dato che erano state proprio le nuove colonizzazioni a portare guerra e instabilità nel Paese d'origine dei naufraghi. 

Diversamente da quanto credevano i nostri avventurieri, l'isola misteriosa non è un luogo privo di vita, da sottomettere, da ricostruire e reinventare. L'isola misteriosa è un posto speciale, magico, protetto da qualcuno o qualcosa che sembra essere inspiegabile a parole. Quando i nostri protagonisti se ne renderanno conto, tutto ciò che loro avevano razionalmente pianificato svanisce, come una bolla di sapone, come se ogni cosa che avessero costruito durante il loro soggiorno non esistesse più, non fosse più all'altezza di un posto così. Dalla più completa razionalità, dall'ordine umano, si passerà ad un ordine naturale, irrazionale e difficilmente spiegabile che ci manda un messaggio chiaro e forte: la Terra non è un pianeta da colonizzare, da sottomettere e domare a nostro piacimento; la natura saprà sempre riprendersi il posto che le spetta, nonostante le venga negato da un'imponente razionalità umana. Non a caso, "L'isola misteriosa" è uno dei romanzi più complessi ma, al contempo, più belli di Jules Verne; come abbiamo potuto analizzare, al suo interno non si trovano soltanto delle avventure prive di senso, vuote, che non sembrano portare da nessuna parte, anzi! L'autore calcola perfettamente ogni singola mossa dei suoi protagonisti, li rende dei soggetti presenti nel loro contesto ma che, contemporaneamente, perdono la loro importanza nel momento durante il quale vengono messi di fronte a una realtà più grande di loro stessi. 

Il confronto con Defoe potrebbe sussistere nel momento in cui Robinson Crusoe incontra Venerdì, un uomo che non ha mai avuto contatti col mondo, un nativo di quell'isola. Come accade anche ne "L'isola misteriosa", avviene anche qui una sorta di colonizzazione: a Venerdì vengono imposti, da parte di Robinson, usi e costumi londinesi che nulla hanno a che fare con le origini di Venerdì stesso. L'imposizione culturale e il dominio di terre sconosciute la fanno da padrone in entrambe le storie. Spesso, gli scritti di autori come Defoe e Verne avevano un duplice scopo, nell'epoca in cui furono scritti: oltre ad essere dei romanzi d'avventura ben congegnati, rappresentavano una sorta di protesta nei confronti dell'operato umano, delle molteplici conquiste e imposizioni che venivano perpetrate nei confronti delle terre conquistate e delle popolazioni che vi abitavano. La letteratura del viaggio e della scoperta, dunque, diventa anche un modo per poter andare oltre determinati confini mentali imposti dalla società bigotta e colonizzatrice del tempo. Non a caso, sia ne "L'isola misteriosa" che in "Robinson Crusoe" la colonizzazione finisce per avere un esito completamente negativo, proprio al fine di rendere questi libri un mezzo tramite il quale far ascoltare la propria voce e le proprie idee all'interno della società moderna. Pensatori rivoluzionari, oltre che scrittori, sempre controcorrente rispetto alle credenze dominanti della loro epoca. 

Un altro confronto che mi sentirei di azzardare è quello con "I viaggi di Gulliver" di Jonathan Swift. In questo caso, invece, l'autore ci mostra un altra faccia della medaglia. Sempre a discapito dei colonizzatori incalliti, Swift ci fa capire, tramite il rapporto che Gulliver stabilisce con una strana popolazione come quella dei Lilliputiani, che l'integrazione delle popolazioni conquistate, piuttosto che la loro sottomissione, può rappresentare un'immensa risorsa e non un ostacolo da aggirare. Naturalmente, nonostante i bellissimi insegnamenti dei quali si fanno messaggeri gli scritti di Swift, Verne e Defoe, la società moderna ha continuato a considerare la colonizzazione l'unico mezzo efficace per proteggere ed incrementare gli interessi economici di ciascun Paese. "L'isola misteriosa" tratta di un risvolto negativo della situazione proprio perché vuole porsi come un insegnamento, un monito, un avvertimento nei confronti di una società senza scrupoli, ma gli altri romanzi di Verne parlano dei possibili risvolti positivi che può avere il contatto con altre popolazioni, ad esempio. Uno dei libri che testimonia ciò è "Viaggio del mondo in 80 giorni". 

Al di là di ogni cosa, ora potrete finalmente capire la complessità, la poliedricità nascosta dietro un romanzo d'avventura come gli intramontabili classici di Verne che, oltre ad essere dotati di una scrittura fluida, di una traduzione italiana impeccabile, non mancano mai di portare avanti messaggi complessi, nascosti all'interno di una bottiglia che naviga in mezzo al mare ma, nonostante tutto, non tanto difficili da raggiungere e scoprire.   

Trama:

Nel corso della guerra di Secessione americana cinque nordisti, prigionieri delle truppe separatiste, fuggono su una mongolfiera e vengono alla fine gettati su un'isola sperduta del Pacifico. Novelli Robinson Crusoe, i cinque uomini riescono a sottomettere la natura che li circonda e trasformano la nuova patria in una colonia, ripercorrendo simbolicamente l'intero cammino della civiltà e le varie tappe dello sviluppo tecnologico, dalla conquista del fuoco all'invenzione del telegrafo elettrico. Ma fin dai primi momenti del loro arrivo, accadono cose strane e inesplicabili. Una presenza invisibile aleggia intorno ai naufraghi, un'influenza benefica ma non per questo meno inquietante. Chi è il «genio dell'isola», dotato di poteri quasi sovrannaturali, che spia e aiuta i coloni restando nascosto nell'ombra? E perché lo fa? Cosa vuole da loro? In un crescendo di suspence degno di un moderno thriller, alla fine il disordine sarà riparato e i naufraghi riusciranno a scoprire il segreto, ma non per merito loro. Il mistero mina alle fondamenta il processo di appropriazione dell'isola che i coloni hanno avviato, la loro razionalità scientifica viene messa in crisi dall'irruzione nella scena dell'irrazionale e del sovrannaturale, ciò che sembrava essere celebrazione della scienza e del progresso diventa denuncia dei limiti invalicabili della ragione. Da qui la grandezza e la modernità dell'Isola misteriosa, il più complesso dei romanzi di Verne.






sabato

Review Tour "Amore a prima luna" di Lunar

Amore a prima luna...

Valutazione 5 stelle su 5

Editore: Mondadori
Collana: Novel
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 16 giugno 2020
Pagine: 168 p., ill. 

Buona giornata, cari lettori! Finalmente siamo in estate e, come ogni anno, questo è il periodo in cui le nuove uscite editoriali sono molteplici e variegate tra loro. Oggi vi parlerò di "Amore a prima luna" un libro scritto da Lunar, edito Mondadori e uscito in libreria il sedici Giugno. Ho trovato questo romanzo molto particolare, fresco e attuale, perché parla della nostra generazione, piena di sogni e speranze. 

Sin dall'inizio, il protagonista della storia, Peter, mi è sembrato vicino a me e, al contempo, ad un qualsiasi potenziale lettore proprio per via delle sue incertezze, dei suoi dubbi. Siamo dei grandi sognatori, a ventitré anni, eppure non abbiamo un briciolo di certezza che sostenga i nostri sogni, che li concretizzi. Viviamo continuamente di speranze vane, ci nutriamo dei nostri ideali, tentiamo di portarli avanti a tutti i costi nonostante, molte volte, ci vengano sbattute le porte in faccia. 

Questo accadrà al nostro protagonista, un ragazzo come tanti che spera in un mondo migliore ma che non ha idea da dove cominciare, ha voglia di conoscersi, di viaggiare, di trovare il suo posto nel mondo. Le uniche certezze che ha sono una chitarra, le sue canzoni e Mila, la sua voce interiore. Oltre ad essere un bellissimo romanzo, "Amore a prima luna" racchiude in sé una tematica valida e importante che troppo spesso viene sottovalutata: Peter fa parte della categoria "artisti", quei personaggi che, in Italia, vengono trattati come se fossero solamente dei "fannulloni senza fantasia", ragazzi che vengono disprezzati perché considerati incapaci, scalatori sociali che cercano di riscuotere successo facilmente, senza fare nulla. 

Ebbene, ne approfitto per asserire che, tramite questo romanzo, forse capirete che dietro un musicista ci sono anni e anni di studio, che per poter essere definito ARTISTA, per poter comporre ed inseguire un sogno, si deve faticare il doppio rispetto agli altri, lottando contro le proprie incertezze, contro delle fondamenta instabili e, lasciatemelo dire, contro una società spregiudicata e pronta a puntare il dito. Peter si trasferisce a Milano per inseguire il suo sogno, ma questa scelta non è del tutto casuale. Infatti, attualmente, molti giovani lasciano i loro paesini d'origine da ogni parte d'Italia per recarsi a Milano, capitale economica, città dove i sogni trovano la loro ragione di esistere. 

Purtroppo non basta recarsi in una grande città e sperare che ci accolgano a braccia aperte. Peter ne è consapevole e, nonostante per l'ennesima volta i suoi colloqui di lavoro si rivelano infruttuosi, non demorde. Il bello dei sognatori è proprio questo: non mollano facilmente, combattono con le unghie e con i denti per realizzare anche solo per un istante il loro grande sogno. Eppure, le avversità non fanno altro che accrescere la determinazione di Peter che ci fa vedere anche un altro lato della sua personalità. Gli sono sempre piaciute le ragazze dai capelli rossi, ma non ha mai avvertito una certezza dentro sé che lo spingesse a prenderne in considerazione una di loro in particolare. Stavolta ciò accade quando nota una meravigliosa ragazza dai capelli rossi che, in tutta la sua semplicità, fa capire a Peter che, forse, quella sarebbe stata la volta buona. 

Come avrete capito dalla mia analisi, il romanzo comprende una serie di sfaccettature di un sognatore moderno che non demorde mai, un ragazzo pronto a mangiarsi il mondo con la sua voglia di vivere. Peter non sarà solo in questa avventura: oltre a Mila, la sua inseparabile voce interiore pronta a fare di tutto per aiutarlo, incontrerà anche Jack, un amico nerd raro da trovare, sul quale poter fare affidamento sempre. Vorrei che tramite questa storia passasse il messaggio che nulla è impossibile, se lo si desidera ardentemente e se si fa di tutto per realizzarlo.

Sicuramente, qualsiasi tipo di lettore cerchi di approcciarsi ad "Amore a prima luna" ne rimarrà coinvolto, giovane o adulto che sia. Nel primo caso, si troverebbe un ritratto della propria personalità, del nostro essere giovani e spensierati, ma anche tanto coraggiosi e sempre pronti a prenderci ciò che ci spetta, nel secondo caso, invece, ci si ricorderà dei tempi andati, di quando si era giovani e, nonostante i mille problemi, si cercava sempre di trovare, ad ogni costo, andando contro tutto e tutti, il proprio posto nel mondo. 

Per cui, consiglio alle persone di tutte le età di leggere questo libro, di assaporarlo fino in fondo, pagina per pagina, perché oltre a trasmettere degli insegnamenti, ci fa comprendere quanto sia importante, al giorno d'oggi, motivare i giovani, spronarli a realizzare i loro sogni, anche se sembrano mete irraggiungibili. La mia valutazione è di 5 stelle su 5, il romanzo è molto scorrevole, si legge in poco tempo e tocca immediatamente le corde dell'anima; sa regalare emozioni, ci si può immedesimare facilmente nei vari personaggi. Inoltre, come ho più volte sottolineato nella recensione, è un romanzo che veicola insegnamenti, dispensa consigli e sprona l'intera società a diventare migliore, ad incentivare e ad appoggiare le passioni degli individui, anziché farle soccombere, come spesso avviene nella nostra quotidianità. 

Trama:

Mattia Varsalona, giovane illustratore molto seguito su Instagram, in questo suo primo romanzo racconta la storia d'amore tra un artista ventenne da poco sbarcato a Milano e una studentessa universitaria di economia. Due anime diverse come le facce della Luna, ma legate da un unico destino...
Peter ha ventitré anni, che non sono tanti, ma non sono neanche pochi per quelli come lui. Quelli che non hanno un posto definito nel mondo. Quelli che non hanno un lavoro fisso. Quelli che hanno in spregio questa società di replicanti. Quelli che stanno sempre sulle spine. Quelli che di notte non dormono.
Insomma, Peter è un sognatore, probabilmente uno dei pochi rimasti. Si sta trasferendo da Torino a Milano proprio per inseguire i suoi sogni. Con sé ha solo la sua chitarra Eko, un orecchino con pendente a forma di luna che brilla eterno sul lobo sinistro, qualche abbozzo di canzone, i bloc-notes pieni di disegni, appunti e tante speranze. Durante il viaggio c'è qualcuno che gli tiene compagnia: Mila, ovvero la sua voce interiore, quella che ogni tanto interviene nella sua vita per punzecchiarlo, per fare il punto della situazione, rimetterlo in carreggiata o anche, a volte, solo per rompergli le palle. Oltre a Mila, Peter a Milano trova anche un amico reale, in carne e ossa, Jack, un nerd per eccellenza. Jack è uno di quegli amici difficili da trovare, ma impossibili da perdere. E dopo una sola settimana nella nuova città, tutto sommato Peter può già annoverare: un abbozzo di canzone nuova (anche se la musica gira male, troppi accordi minori); un paio di colloqui andati male (per due riviste scrausissime); un concerto al Leoncavallo (pessimo: il duo indie-rap era talmente fatto che uno dei cantanti è crollato sul microfono al terzo brano); zero ragazze. Peter non sa che tipo di ragazza gli possa piacere veramente, sa solo che è attratto dai capelli folti e rossi. Una fredda ma bellissima sera, Peter conosce Selene: giacchetta nera su abito giallo, Dr. Martens nere ai piedi e un sorriso stupendo. Peter non sa se sarà il suo tipo di ragazza, sa solo che ha un viso dolcissimo incorniciato da una cascata di capelli rossi.


lunedì

Blog Tour "Fondazione: il ciclo completo" di Isaac Asimov



La Fondazione di Isaac Asimov

Salve a tutti, lettori cari! Oggi voglio parlarvi di una raccolta particolare, vi annuncio sin da ora che ne parleremo lungo diverse tappe dedicate a ciascun libro che la compone. Si tratta del ciclo completo della Fondazione di Isaac Asimov. In particolare, questo blogtour è pensato per farvi scoprire degli elementi comuni più o meno a tutti i libri. La mia tappa riguarderà un approfondimento psicologico dei personaggi, tenterò di riportare qui la storia di quelli che mi hanno colpito di più e che, a mio parere, meritano un posto di rilievo all'interno delle vicende che il buon Asimov ci racconta. Di recente, la Oscar Mondadori ha lanciato la ripubblicazione di questa saga che, all'interno di un unico libro, racchiude tutti i volumi sulla Fondazione, pubblicata per la prima volta tra il 1951 e il 1953. Come sempre, a fine articolo, troverete il banner con le date previste per le altre tappe del BlogTour, in modo da farvi conoscere meglio l'intero mondo di Asimov.

I personaggi e la loro psicologia

Partendo proprio dai personaggi che ci vengono presentati quando ogni cosa doveva ancora accadere, posso asserire che Gaal Dornick, il matematico, nonostante sia uno dei primi che incontriamo rimane, senza dubbio, uno dei personaggi più interessanti, poiché da lui ha origine tutto quello che accadrà in seguito. A livello psicologico non mi ha trasmesso granchè la sua personalità, però gli ho attribuito ugualmente quel carattere di imprescindibilità; infatti, senza Gaal, non ci potrebbe essere alcuna storia. Grazie a lui, infatti, incontreremo Hari Seldon, il più grande psicostoriografo vivente. Trattandosi di un personaggio chiave in tutta la vicenda, posso dire che non mi è piaciuto il modo in cui è stato trattato. Il suo talento che consiste nell'applicazione di formule matematiche alla realtà, non viene apprezzato, anzi, viene ostacolato in tutti i modi possibili ed immaginabili. Nonostante le sue previsioni si siano rivelate veritiere, egli è stato ignorato, punito e messo a processo per aver osato prevedere un futuro non propizio. Ma Seldon è pur sempre un grande scienziato e mai si sarebbe fatto mettere i piedi in testa. Solo con l'astuzia, riuscirà a portare avanti il suo piano. 

Davanti alla sua proposta di costituire un comitato di scienziati in grado di prevenire eventuali problemi, uno dei patrizi più importanti del tempo, Linge Chen, gli propone di operare in un pianeta periferico della galassia. Per quel che concerne Chen, l'aspetto che più mi ha colpito in lui è stato il suo atteggiamento da leader incontrastato. L'imperatore non aveva alcuna voce in capitolo in questo periodo storico e, senza porsi alcun problema, Chen rivendica per sè le sue mansioni. Personalità abietta, arrivista e opportunista.

Dunque, adesso arriviamo ad uno dei personaggi più complessi di tutta la faccenda: Hardin. Dopo essere passati anni dalla morte di Seldon e i suoi, nuove scoperte si fanno strada nella galassia, scoperte che renderanno Seldon una personalità profetica e, finalmente, renderanno giustizia al suo personaggio. Egli aveva previsto che si sarebbero verificate delle crisi, tramite le quali il mondo sarebbe cambiato in maniera irreversibile. Ciò accadrà, ma, come sempre accade, qualcuno cercherà di approfittarne per affermare la propria personalità politica. Si tratta di Hardin, per l'appunto, il quale da un lato se ne approfitta di un momento di crisi per portare a termine la sua personale ascesa con un colpo di stato, ma dall'altro lato ho avuto modo di rivalutare la sua persona, in quanto ha aiutato il suo pianeta ad uscire dalla crisi per ben due volte, quindi la sua presa di potere potrebbe essere qualificata opportunista quanto necessaria, perché a differenza di Chen, che non ha avuto un ruolo determinante per il suo popolo, Hardin si è assunto la responsabilità della presa dei suoi pieni poteri, guidando con coraggio la sua comunità. 

Per non farvi mancare nulla in termini di arrivismo, ora vi parlerò di un personaggio che starà antipatico al mondo intero, perché a tutti i costi si pone come obiettivo quello della vendetta contro la Fondazione. Il suo nome è Wienis, principe di Anacreon, che nonostante si riveli un abile stratega, non riesce ad intercettare pienamente quali sono gli assi nella manica dell'avversario che ha osato sfidare: Hardin. Peccando di superbia e di saccenza, Wienis penserà di avere ormai il controllo di ogni cosa concentrato nelle sue mani ma, ben presto, capirà a sue spese che non è così. Antipatico? Mi sbagliavo, totalmente insulso e inadeguato. 

Questi sono stati i personaggi che dal punto di vista psicologico e per via del protagonismo che essi assumono nei vari eventi, secondo il mio parere, meritavano di essere menzionati. A breve parleremo dei sette romanzi che compongono il ciclo della Fondazione. Buona lettura!

Trama: Il ciclo originale della "Fondazione" venne pubblicato tra il 1951 e il 1953, subito acclamato come un capolavoro della fantascienza. Trent'anni più tardi tra gli anni '80 e '90 del Novecento sono stati pubblicati i due romanzi che costituiscono il prequel della saga. In questo volume è disponibile l'intera saga.



martedì

Review Party "I giorni del ferro e del sangue" di Santi Laganà

I giorni del ferro e del sangue...

Valutazione 5 stelle su 5

Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 16 giugno 2020
Pagine: 564 p.

Cari lettori, è con piacere che vi annuncio l'uscita del tanto atteso romanzo di Santi Laganà "I giorni del ferro e del sangue" edito Mondadori. Ho scelto di leggere e recensire questo libro perché, oltre ad essere un romanzo storico meraviglioso e misterioso allo stesso tempo, racconta la storia di una donna che nonostante si sia accorta delle brutalità che avvengono nel suo mondo, cerca ogni giorno di renderlo migliore combattendo per ciò in cui crede. La tematica affrontata nel romanzo, come avrete potuto capire, è molto attuale e, secondo il mio parere, riuscirà a riscuotere un ampio consenso nella comunità dei lettori odierni. Nonostante le vicende siano ambientate in un periodo molto buio e lontano della nostra storia, la protagonista, Anna, sarà la luce-guida che illuminerà il nostro tragitto nell'oscurità che la circonda. 

Si dice spesso che le donne sono forti, che sono in grado di andare oltre qualsiasi crudeltà umana, questo è proprio il caso della protagonista che dopo aver perso tutto quello che le rimaneva di più caro al mondo decide di non naufragare, ma di salvarsi. Tuttavia, non tutto il male viene per nuocere, perché Anna non sarà la sola a voler cambiare il mondo. Lungo il suo percorso incontrerà dei personaggi strani, particolari ma che le saranno sempre d'aiuto, in qualche modo. Non dobbiamo dimenticare che nel 960 d.C. la violenza era quotidiana, in ogni aspetto della vita. È stato uno di quei periodi che ci fa pensare che vivere sulla Terra non è sempre stata una cosa scontata, in questo romanzo sarà come vivere nell'inferno, ardendo vivi fino ad essere consumati.

Eppure davanti a tutta questa crudeltà, c'è chi trova il modo di andare avanti ugualmente, come se fosse l'unica scelta pensabile ed attuabile, come se le fiamme che ci divorano altro non siano che un pretesto per lottare, per cercare in ogni modo di ardere senza consumarsi mai. È un'avventura, un viaggio colmo di speranza e di desideri da realizzare, ad ogni costo. Questo romanzo ci fa capire cosa significhi lottare senza avere nulla da perdere ormai e, con questa consapevolezza nel cuore, tentare comunque di fare il proprio meglio, senza tirarsi indietro mai.

Ve lo consiglio perché è un libro che ha tanto da dare, che spinge a riflettere e che cambia la visione della nostra realtà che, per quanto possa essere difficile, non è minimamente paragonabile al passato, quando non esistevano i diritti, quando gli esseri umani erano equiparabili alle bestie. È interessante vedere come il cambiamento abbia migliorato molti aspetti della nostra vita e questo è potuto avvenire soltanto grazie a persone come Anna che, anzichè demordere, hanno sempre continuato a lottare per assicurarci  e assicurarsi un futuro migliore. La mia valutazione è di 5 stelle su 5, la narrazione è impeccabile e coinvolge sin da subito il lettore, introducendolo al periodo storico in maniera decisa e incalzante.

Trama:

I giorni del ferro e del sangue è un affresco senza filtri né retorica di un'epoca brutale quanto affascinante, ma anche la straordinaria parabola di una memorabile protagonista
Patrimonio di San Pietro, 960 d.C. Sul trono papale siede un adolescente perverso e corrotto, ciò che resta dell'Italia indipendente è allo sbando dilaniata da lotte intestine e le campagne sono una terra di nessuno dove la violenza e il sopruso la fanno da padroni. Anna è una contadina di quindici anni che conduce un'esistenza misera e asservita. Quando la sua famiglia viene trucidata e l'ultimo fratello rapito per essere ridotto in schiavitù, decide di continuare a vivere per inseguire quell'ultimo brandello di affetti e, sorretta da una volontà indomita, inizia una dolorosa peregrinazione per terre sconosciute e ostili, tra aiuti misericordiosi e feroci violenze. Nel suo tormentato cammino incontrerà un cavaliere dall'oscuro passato e un improbabile presente, un vecchio dall'aria mansueta che nasconde insospettabili risorse e un giovane vagabondo sfrontato e generoso: una strana compagnia con cui cercherà di farsi giustizia fin dentro i palazzi più segreti di Roma. Ambientato in uno dei periodi meno conosciuti e più bui della nostra Storia, I giorni del ferro e del sangue è un affresco senza filtri né retorica di un'epoca brutale quanto affascinante, ma anche la straordinaria parabola di una memorabile protagonista: una giovane donna che nel più maschilista dei mondi non si rassegna a un destino già scritto e tenacemente lotta per conquistarsi il diritto a una vita migliore.



Review Party "Esprimi un desiderio, anzi tre" di Liane Moriarty

Esprimi un desiderio, anzi tre...

Valutazione 4 stelle su 5

Editore: Mondadori
Collana: I miti
Anno edizione: 2020
Formato: Tascabile
In commercio dal: 16 giugno 2020
Pagine: 450 p.

Salve a tutti, cari lettori! Oggi sono felicissima di presentarvi una nuova uscita per Mondadori. Ho scelto di parlarvene perché questo è un libro diverso dagli altri, con una trama insolita che, anche se non si direbbe, nasconde al suo interno dei veri e propri insegnamenti. Per riuscire a capire quali sono, però, dovrete riuscire ad andare oltre la superficie; gli eventi che si svolgono all'apertura del libro vi sembreranno alquanto bizzarri ma è proprio attraverso essi che verremo introdotti nel variegato quanto complesso mondo delle protagoniste. Si tratta di un romanzo leggero, allegro e che vi darà la giusta grinta per affrontare le vostre giornate. L'ho adorato perché quando si inizia a leggerlo si prosegue in maniera spedita, tra risate e riflessioni improbabili. Come sempre, a fine articolo, troverete il calendario con le date delle recensioni sugli altri blog. 

"Esprimi un desiderio, anzi tre" di Liane Moriarty è la storia di un legame tanto conflittuale quanto profondo che avvolge tre sorelle gemelle: Lyn, Cat e Gemma. In una splendida Sydney, all'interno di un ristorante, avrà luogo uno degli eventi più curiosi, chi non ne è spettatore non potrà mai credere che sia accaduto davvero. In un misto di alternanze tra tragedia e commedia, ha inizio il viaggio delle nostre gemelle che ci porterà nel loro passato, ce le farà conoscere e, soprattutto, le renderà indimenticabili ai nostri occhi. Personalmente, le ho trovate delle tipe molto particolari e mi sono divertita a pensarmi al loro posto. Il ritmo incalzante della lettura ci farà approdare nuovamente alla scena iniziale che, nel corso del romanzo, troverà la sua giustificazione solo e soltanto nel passato delle gemelle. Un libro fresco e frizzante che trova la sua bellezza solo se contestualizzato con la quotidianità. Trovo che questo romanzo sia bello proprio perché narra in modo semplice e divertente degli eventi del tutto normali, facendoli apparire agli occhi del lettore come un qualcosa di surreale ma non impossibile.

Come avevo accennato all'inizio, "Esprimi un desiderio, anzi tre" non ha il solo scopo di intrattenere, ma contiene al suo interno diversi spunti di riflessione, per esempio il rispetto per la diversità degli altri, il bisogno di imparare ad amare qualcuno per quello che è, non per quello che vorremmo che fosse, la forza insita nel rapporto tra  le sorelle che, per quanto bizzarre e spensierate possano apparire, riveleranno anche loro momenti di debolezza e fragilità, al seguito dei quali sapranno sempre come uscirne, si sosterranno a vicenda facendoci comprendere l'importanza di avere qualcuno al nostro fianco che faccia altrettanto. Tutto questo non è banale, tutt'altro. È la dimostrazione che anche dove ci sono tanti sorrisi e tanta voglia di vivere, a volte, si deve combattere e tenere duro. La loro leggerezza è giustificata dalla voglia di rivalsa e di rinascita che provano nei confronti della vita, i loro sorrisi nascono dalle ferite più dolorose. 

Per questo non dobbiamo mai classificarle come frivole sin dall'inizio del libro, perché nel corso della lettura capiremo che c'è molto di più dietro ognuna di loro e che la bellezza ha tante forme e misure. La particolarità con la quale l'autrice narra gli avvenimenti sembra volerci invitare a dare importanza ad ogni singolo istante, a valorizzare ciò che abbiamo adesso godendocelo fino all'ultimo, perché si è incerti su ciò che accadrà un domani. Giustificherei il fine di questo libro con la celeberrima frase di Lorenzo il Magnifico "Chi vuol esser lieto sia, del doman non v'è certezza". La mia valutazione è di 4 stelle su 5, consigliatissimo.


Trama:

Siete in un elegante ristorante di Sydney, e al tavolo accanto al vostro si sta festeggiando un compleanno, anzi tre: tre sorelle gemelle sulla trentina. E a un tratto la festa si traduce in un dramma di dimensioni epiche. I toni si scaldano, le voci si alzano, l'attenzione del pubblico non pagante si catalizza su Cat, Lyn e Gemma, protagoniste improvvisate di una tragicommedia con tanto di aggressione a mano armata (di forchettina da fonduta) e conseguente corsa al pronto soccorso...


mercoledì

Review Tour "L'ultima storia" di John Grisham

L'ultima storia...

Valutazione 5 stelle su 5

Traduttore: Luca FusariSara Prencipe
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 3 giugno 2020
Pagine: 264 p.

Buongiorno, lettori! Sono felicissima di annunciarvi l'uscita del tanto atteso capolavoro di John Grisham "L'ultima storia". Proprio oggi, il tre giugno duemilaventi, esce in tutte le librerie per la casa editrice Mondadori. Io ho avuto il piacere e l'onore di leggerlo in anteprima e la mia reazione a libro chiuso è stata: WOW. Premetto di aver intuito sin dall'inizio che questo libro avrebbe potuto rappresentare una vera e propria rivelazione. Questo perché, dopo aver letto un bel po' di libri di Grisham, sapevo già a prescindere che sarei rimasta catturata dal suo stile impeccabile nel raccontare delle storie uniche e che vale sempre la pena leggere. La narrazione appare subito vivida nella sua interezza, è come se i fatti raccontati prendessero vita nel momento in cui i nostri occhi si posano sul libro. 

In particolare, questo è uno di quei casi in cui classificherei il racconto nella categoria di "libri che parlano di libri". È un thriller avvincente ed emozionante, dove i libri sono i protagonisti di tutta la storia. Come spesso accade, sono proprio loro, delle semplici pagine rilegate, macchiate d'inchiostro e dense di parole che fanno avvicinare le persone; come le avvicinano, però, possono condizionare altamente la loro vita o la loro morte, come avverrà per la vittima di questo romanzo. Non ci si annoia mai a seguire le vicende che coinvolgono Bruce, il nostro protagonista. Libraio e collezionista di libri, Bruce si trova davanti una realtà inaspettata, sulla quale bisogna far luce al più presto possibile. Il racconto è molto dettagliato, l'indagine è il punto cardine del libro, anima ogni incontro. Tra le pagine de "L'ultima storia" non ci si annoia mai, numerosi colpi di scena si susseguono, il ragionamento che porta alla conclusione è un po' intricato anche se, seguendo attentamente tutti gli accadimenti descritti nei minimi particolari, si riesce a fare quanto meno un'ipotesi sui possibili sospetti. 

Questa volta, purtroppo, non ho indovinato come va a finire la storia, anche se ci sono arrivata molto vicina. Quel che conta, in riferimento alla sfera mistery, è che la narrazione sia fluida e leggera, che coinvolga senza mai annoiare, che non sia ripetitiva e che, soprattutto, non riprenda sempre i soliti meccanismi che il lettore può facilmente intercettare e indovinare. Ebbene, il libro in questione non è per nulla scontato, anzi! È una continua sorpresa e il fatto che parli anche di libri, creando un connubio solido con la sfera mistery, fa de "L'ultima storia" un romanzo fresco, che non cade nei soliti meccanismi tipici di un libro di questo genere. Altra caratteristica che è raro trovare, ma che in questo libro c'è, è che sia la vittima che Bruce, che indagherà sulla sua morte, hanno entrambi un rapporto molto stretto con i libri. Lo scenario sul quale si stagliano gli eventi è del tutto particolare, Camino Island, in Florida, un luogo che sembra essere ameno, non richiamerebbe mai un delitto così spaventoso.

Eppure è anche questa una particolare abilità di Grisham: farci immergere in un luogo che non ci farebbe mai sospettare di nulla e, nel momento durante il quale ce lo aspetteremmo di meno, arriva il delitto. Questo escamotage è del tutto volontario, anche se tende abilmente a disorientare e confondere il lettore, obiettivo che Grisham è sempre riuscito a raggiungere. Egli stesso anticipa, in un commento che vi riporterò nella trama, che i suoi libri traggono la forza che gli alimenta proprio da una sfera particolare della realtà: la politica, le lobby, il potere smisurato che favorisce solo chi corrompe, chi complotta, chi nasconde. Il romanzo ha anche un aspetto che riguarda il genere dell'avventura, poichè Bruce si butta a capofitto in un caso che non sarebbe di sua competenza condurre ma che, nell'indifferenza generale, egli sceglie di far suo proprio per andare contro un sistema indifferente, che tenta di occultare ogni cosa fino all'ultimo. Una lotta contro il sistema tra mistero, avventura e luoghi densi di una calma che genera inquietudine. Ecco gli ingredienti che contribuiscono a rendere questo romanzo una "chicca" interessante della nostra letteratura contemporanea.

La mia valutazione è di 5 stelle su 5 e consiglio il romanzo a tutti gli appassionati del genere che assolutamente devono leggere, almeno una volta, un libro di Grisham che consenta loro di apprezzare a pieno la varietà e particolarità dei suoi scritti.

Trama: 

L'ultima storia segna l'avvincente ritorno di John Grisham al mystery, dopo il felice esordio de Il caso Fitzgerald, che ancora una volta trascina il lettore in una nuova e appassionante avventura.
«Il mondo legale e politico USA è terreno fertile per i miei libri. Il profitto a ogni costo corrompe tutto. Eserciti di lobbisti hanno per sola missione far passare leggi favorevoli a chi li paga». - John Grisham
È piena estate e a Camino Island sta per abbattersi un uragano di proporzioni allarmanti. Il governatore della Florida ordina a tutti gli abitanti l'immediata evacuazione dell'isola. La maggior parte fugge sulla terraferma, ma Bruce Cable, noto libraio e collezionista di libri antichi, nonché animatore della vita culturale dell'isola, decide di rimanere sul posto. Come previsto, l'uragano devasta ogni cosa, abbattendo alberi e danneggiando gravemente abitazioni, alberghi e negozi, e purtroppo ci sono delle vittime. Tra queste Nelson Kerr, un noto scrittore di thriller amico di Bruce. Ma la furia della tempesta non sembra essere stata la causa della sua morte. I numerosi colpi alla testa farebbero pensare a ben altro. Chi può aver voluto Nelson morto? La polizia locale non è solita occuparsi di omicidi, meno che mai in un momento di emergenza come questo, e Bruce inizia la sua
personale indagine. E se la morte dell'amico fosse legata in qualche modo ai suoi romanzi, e soprattutto all'ultimo romanzo, ancora inedito e custodito nel suo computer? Quello che Bruce scoprirà è molto più sconvolgente dei colpi di scena delle storie di Nelson Kerr.


lunedì

Review Party "Falce" di Neal Shusterman




Falce...

Traduttore: Lia Tomasich
Editore: Mondadori
Collana: Oscar fantastica
Anno edizione: 2020
Formato: Tascabile
In commercio dal: 19 maggio 2020
Pagine: 360 p.
Età di lettura: Young Adult

Salve a tutti, lettori! Oggi vi parlerò di una nuova uscita che ha portato parecchia curiosità nel nostro mondo. Si tratta di "Falce" di Neal Shusterman, un young adult che riesce ad incastrare generi diversi per poi sviluppare una storia che ha dell'incredibile. Come sempre, a fine articolo, vi lascio le tappe previste sugli altri blog, anche se la mia è una delle ultime recensioni in programma. Per come è stato impostato l'intero racconto, trovo che l'elaborazione di tutti i dettagli sia avvenuta in maniera ingegnosa e ammirevole. Di solito, come avrete potuto intuire  dalle mie recensioni, leggo tantissimi libri appartenenti a questo genere e, di volta in volta, si alimenta in me la pretesa di voler sempre qualcosa in più. Le mie aspettative non sono mai state deluse finora e questo libro ne è la prova lampante. A dare quel tocco inaspettato in più, stavolta, ci ha pensato proprio l'aspetto tecnologico, quello che di solito viene scartato a priori perché molti lettori lo trovano surreale, in quanto è come se la tecnologia rappresentasse quella linea di confine che unisce la realtà alla fantasia. Insomma, tramite la tecnologia si realizza la normalizzazione del fantastico, dell'irrealizzabile e irraggiungibile. Questo aspetto viene qui rappresentato con un'intelligenza artificiale, tecnologica, il Thunderhead, che altro non è che un despota "travestito" da robot. 

In termini di struttura e costruzione della narrazione, questo romanzo mi ricorda tantissimo la situazione degli "Hunger Games", anche se le differenze sono tante, a partire dal tipo di scrittura impiegato. Shusterman scrive molto bene, ma diverge dalla Collins che è più riflessiva, analizza ogni attimo nei dettagli facendolo sembrare eterno, mentre Shusterman procede a passo spedito dirigendosi verso il succo della questione. I protagonisti sono due adolescenti, anche questo mi ha sorpresa e mi ha anche spinta a proseguire la lettura, proprio perché il libro dimostra di essere talmente coinvolgente da riferirsi ad un'ampia cerchia di lettori; dagli amanti del fantasy, agli adolescenti, agli amanti della tecnologia, ai fan del distopico. Insomma, questo romanzo è un vero e proprio calderone di meraviglie.

Senza contare che l'aspetto noir della situazione sta benissimo con tutto il discorso narrativo, aggiunge quel tocco caratteristico in più che non stona mai. La questione attorno alla quale ruota il libro è un'ipotetica realtà in cui c'è un problema di sovraffollamento del pianeta. Nessuno muore e, con le nuove nascite, è impossibile pensare che un mondo così piccolo possa racchiudere così troppe persone. Per questo, si decide di decimarle e abbatterle senza pietà, praticando uno sfoltimento spietato del tessuto sociale. In questo, mi ricorda tantissimo un libro che sta all'opposto della situazione, ovvero "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood. Per chiunque di voi non l'abbia letto, si tratta di un romanzo in cui esiste un problema di nascite, non nascono più bambini e, per porre fine al problema, vengono "immolate" le donne fertili, costrette a procreare con gli uomini del ceto dirigenziale. In "Falce", il problema è l'esatto opposto; al posto delle ancelle che si sacrificano nel libro della Atwood, qui ci sono le falci, dei veri e propri dissennatori e portatori di morte che uccidono a sangue freddo.

E indovinate un po'? Anche qui, il punto di vista che ci descrive l'andamento dei fatti parte dai nostri protagonisti che verranno reclutati all'interno della Compagnia. Insospettabili, i killer perfetti. In un mondo dove la prevalenza del più forte sul più debole è una questione quotidiana, anche il diritto alla vita, a gioire del dono più grande di tutti, viene negato. Il male è una costante sempre presente in tutto ciò che accade, come è avvenuto per il romanzo della Atwood, come per gli Hunger Games, è tutta una questione di sopravvivenza. 

Per questo motivo, qualora aveste letto i romanzi che ho menzionato in quanto simili a "Falce" e nel caso in cui vi siano anche piaciuti tanto, vi consiglio caldamente la lettura di questo romanzo che lascia vari punti interrogativi nel corso della lettura che verranno capiti solamente alla fine (almeno così è successo a me). Ora, invece, vi descriverò un punto che distingue questo libro dagli Hunger Games: i protagonisti sono dei personaggi che vengono scelti apposta dalla Compagnia, per via del loro carattere, della loro insospettabilità data dall'avversione a compiere un determinato tipo di azioni. 

La loro morale impeccabile è determinante nell'assegnazione di alcuni compiti crudeli che, ovviamente, non devono incutere alcun sospetto nelle vittime, né nella popolazione stessa. Invece, negl Hunger Games, la scelta dei protagonisti avviene in maniera del tutto casuale, la protagonista femmina, Katniss, si offre in prima persona per evitare quel destino alla sorella, ma anche lei è un'insospettabile in questo caso, però agli occhi del governo. Vista da tutti come un'insignificante ragazzina con l'arco, sarà proprio lei a fare da "cavallo di Troia" nei confronti della società intera: tutti sapranno chi è soltanto quando lei deciderà di mostrarlo. L'insegnamento che traspare da entrambi i romanzi, dunque, è quello dell'apparenza, della facciata, che dev'essere pulita quanto più possibile, perché la gente ama credere a ciò che vede.

In conclusione, ne consiglio la lettura a tutti gli appassionati del genere e non, a chi vuole entrare in questo magico mondo dove ogni aspetto del reale sembra prendere vita, a chi ha amato i romanzi dei quali ho parlato nella recensione e non sta nella pelle di leggere anche "Falce", una delle poche letture rivelazioni di questo duemilaventi. La mia valutazione è di 5 stelle su 5 e spero possiate apprezzare la scrittura di Neal Shusterman in ogni sua singola parte, è un viaggio che vale la pena fare anche perché, come vi ho illustrato sopra, allarga gli orizzonti e consente di effettuare confronti con diversi libri, essendo una lettura molto versatile, che si adatta facilmente a qualsiasi tipo di lettore curioso.

Trama:

Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l'umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori. A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un'immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti.
Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare. Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l'efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere "spigolato". In termini meno poetici: ucciso. Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.