"La pianista"...
Valutazione 3 stelle su 5
Buongiorno a tutti! Oggi voglio parlarvi di un libro che, come sapete, appena sono entrata nella biblioteca dell'università, è venuto a cercarmi. Sto parlando de "La pianista" di Elfriede Jelinek, un capolavoro di houmor nero, una tragedia/ commedia tutta noir, da gustare rigo per rigo, pagina dopo pagina. È il romanzo più importante per l'autrice, che l'ha fatta conoscere in tutto il mondo. Scritto nel 1983, questo libro ha come tema centrale il rapporto difficoltoso che si viene a creare tra una madre che la vuole spuntare sempre, stile tiranno, e una figlia ormai non più giovane, una pianista, che troverà difficoltà nel legarsi ad un uomo. Erika Kohut, la protagonista, è alla disperata ricerca di un'identità sessuale che la condurrà nei cinema a luci rosse e negli show di periferia, prima di rientrare a casa, dove ancora divide il letto matrimoniale con la madre. Erika sarà l'oggetto dell'amore di un suo allievo di pianoforte, Walter Klemmer...fin qui, tutto potrebbe sembrare normale, se non fosse per il fatto che la nostra protagonista non lo condurrà di certo tra le trame di una normale storia d'amore, bensì farà in modo di trasformarla in una relazione formale di padrone-schiavo. L'autrice si destreggia in maniera ammirevole tra gli intrecci di questa storia, raccontando la falsità della borghesia viennese, l'eccessiva possessività della madre nei confronti della figlia che esaspererà il loro rapporto e il genere pornografico che la farà da padrone nella relazione tra Erika e Walter. La mia valutazione per questo libro è di 3 stelle su 5 in quanto mi aspettavo una storia e un genere completamente diverso. La narrazione è ben costruita, è abbastanza visibile il modo con cui l'autrice usa la sua scaltrezza nel dosaggio delle parole giuste, analizzando i momenti salienti della storia e mettendoli in contrasto, facendo emergere una realtà cruda e violenta, a tratti apatica e sterile. Consigliato agli amanti delle tragedie miste alle commedie, ma se state cercando un libro leggero, per rilassarvi e riderci su, vi anticipo che non è il caso di questo testo. Per poterlo interpretare e capire servono un giudizio critico e attento. Buona lettura a tutti, readers!❤
Trama:
Erika Kohut è un'insegnante quarantenne di pianoforte che vive con la madre un rapporto tormentato. È sorvegliata continuamente, frenata nei suoi entusiasmi, schiavizzata e si conforta comprando abiti costosi che appende nell'armadio senza poterli indossare. Erika, per ricercare la sua identità sessuale, con un senso di autolesionismo e voyeurismo, prima di tornare a casa dove l'attende la tirannica madre, si reca negli squallidi peep-show della periferia di Vienna, nei cinema a luci rosse o tra le siepi del Prater. Il tentativo di Erika di legarsi con il suo allievo Walter Klemmer finirà in una "catastrofe sadomasochista" ed Erika, ferita e vinta, ritornerà a casa:
«La schiena di Erika, con la chiusura lampo dell'abito un po' abbassata, si riscalda a poco a poco. la schiena si scalda ai raggi del sole che diventa sempre più forte. Erika cammina e cammina. La sua schiena si riscalda sotto il sole. Il sangue le cola giù. La gente alza lo sguardo dalla ferita al volto. Alcuni si girano persino a guardarla. Non tutti. Erika sa bene in che direzione deve andare. Va a casa. Cammina accelerando lentamente il passo»
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Il linguaggio che usa l'autrice è tagliente e impietoso e la scrittura si avvale di similitudini, di metafore vorticose e di giri di parole. Ella non risparmia nessuno, né l'amore materno, né il genere pornografico, né i miti musical - culturali di Vienna, né le ipocrisie del mondo borghese in cui vive, istruito e stupido.
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